
Cosa imparerai leggendo questo articolo:
- Cos’è e come funziona un inverter fotovoltaico: scoprirai il ruolo fondamentale di questo componente nel trasformare l’energia solare in elettricità utilizzabile per le tue utenze.
- Le diverse tipologie di inverter: comprenderai le caratteristiche di inverter monofase, trifase, di stringa, microinverter e con ottimizzatori di potenza, per capire quale si adatta meglio alle tue esigenze.
- I parametri chiave per la scelta: sarai in grado di valutare efficienza, potenza di picco, tensione di attivazione, range di tensione e consumo in standby, per fare una scelta consapevole.
- La durata di un inverter e la sua manutenzione: capirai quanto dura un inverter, come mantenerlo in buono stato e perché è importante una manutenzione periodica.
- Come e dove si installa un inverter: conoscerai le migliori pratiche per l’installazione, sia all’interno che all’esterno, e l’importanza di un sopralluogo tecnico.
- Il monitoraggio dell’impianto: comprenderai come tenere sotto controllo le prestazioni del tuo impianto fotovoltaico, attraverso inverter con monitoraggio integrato o sistemi esterni.
Sono tantissime le tipologie di inverter fotovoltaico disponibili sul mercato e questo incrementa esponenzialemente la quantità di dubbi da affrontare, quando ci si trova nella fase che precede l’installazione dell’impianto fotovoltaico.
Nei paragrafi che leggerai, troverai tutte le risposte alle tue domande e comprenderai davvero quali sono i i fattori che contano nella scelta dell’inverter fotovoltaico!
Se vuoi affinare ulteriormente le tue conoscenze, ti consigliamo di leggere anche questo articolo, dedicato a un altro componente fondamentale dell’impianto: i pannelli fotovoltaici!
Cos’è e come funziona l’inverter fotovoltaico
L’inverter fotovoltaico rappresenta il cuore del tuo impianto: è proprio questo componente a trasformare la corrente continua, generata dai pannelli solari, in corrente alternata, idonea a far funzionare i tuoi elettrodomestici.
Nelle nostre case, infatti, la corrente elettrica viaggia attraverso la rete in forma di corrente alternata, costante a 50 Hz. Ed è proprio qui entra che in scena l’inverter fotovoltaico, svolgendo la fondamentale funzione di convertire la corrente continua generata dai pannelli solari in corrente alternata con parametri specifici: 230 volt e 50 Hz.
Il funzionamento dell’inverter segue un analogo principio a quell’alternatore e del trasformatore: il primo sfrutta l’induzione elettromagnetica per trasformare l’energia meccanica in energia elettrica a corrente alternata; il secondo genera energia partendo da una bobina primaria attraversata da corrente alternata.
L’inverter fotovoltaico unisce l’essenza dell’alternatore e del trasformatore, integrando un circuito a transistor, Mosfet o IGBT.
Per assicurare la massima aderenza della corrente alternata in uscita con la rete nazionale e l’impianto domestico, l’inverter incorpora 3 componenti chiave: un microcontrollore, un oscillatore e un amplificatore, che operano sinergicamente per ottimizzare la trasformazione dalla corrente continua in corrente alternata, massimizzando l’efficienza dell’impianto e prevenendo eventuali problemi come sovratensioni e cortocircuiti.
A ciascuno il suo: le diverse tipologie di inverter fotovoltaico
La scelta dell’inverter fotovoltaico dipende dalle caratteristiche dell’impianto, dalle caratteristiche dell’edificio e dalle esigenze energetiche dei suoi fruitori.
L’accurata analisi preliminare, il sopralluogo e la progettazione dell’impianto, permettono di stabilire con precisione la tipologia di inverter fotovoltaico più idonea alla caso specifico.
Ma quante tipologie di inverter esistono? Vediamolo subito!
Una prima distinzione: inverter monofase o trifase?
Prima di procedere a illustrare le diverse tipologie di inverter disponibili, ci soffermiamo a comprendere la differenza tra inverter monofase e trifase. Questa prima distinzione è importante, poiché condiziona le prestazioni dell’impianto e la sua capacità di sostenere le tue esigenze energetiche.
Un inverter monofase è la soluzione più comune per le abitazioni e le piccole attività commerciali.
In questo caso, l’inverter è progettato per funzionare con una singola fase di corrente alternata, la stessa che alimenta la maggior parte degli elettrodomestici domestici. In generale, questa soluzione viene preferita per gli impianti di piccole dimensioni, poiché coniuga la facilità di installazione a costi più bassi, rispetto ai modelli trifase. Tuttavia, è bene anche tenere in considerazione che comporta un limite di potenza massima erogabile, che li rende meno adatti per utenze con consumi elevati.
Per rispondere a tali esigenze, si predilige l’installazione di inverter trifase, perfetti per le utenze industriali, le grandi aziende e le abitazioni con consumi energetici significativi. Questo tipo di inverter utilizza tre fasi di corrente alternata: questo consente di gestire potenze maggiori e di alimentare apparecchiature che richiedono una tensione più elevata.
Gli inverter trifase sono più costosi e presentano un maggiore livello di complessità di installazione, ma garantiscono una maggiore efficienza energetica e una maggiore stabilità di tensione, soprattutto in caso di carichi elevati.

Inverter di Stringa: la soluzione tradizionale
L’inverter di stringa rappresenta una delle soluzioni più consolidate e diffuse nel panorama degli impianti fotovoltaici.
Questa tecnologia, collaudata nel corso degli anni, si caratterizza per la sua semplicità di funzionamento e il costo generalmente più contenuto rispetto ad altre opzioni.
Ma come funziona esattamente un inverter di stringa?
In un impianto con inverter di stringa, i moduli fotovoltaici vengono collegati in serie tra loro, formando una “stringa”. Questa stringa di pannelli convoglia l’energia elettrica in corrente continua (CC) verso un unico inverter centralizzato, che converte questa energia CC in corrente alternata.
Il cuore dell’inverter di stringa è il dispositivo di ricerca del punto di massima potenza (MPPT, Maximum Power Point Tracker), un componente sofisticato che monitora costantemente la tensione e la corrente della stringa, individuando il punto di funzionamento ottimale per massimizzare la produzione di energia.
In altre parole, l’MPPT “insegue” il punto di massima potenza, adattandosi alle variazioni di irraggiamento solare e temperatura per garantire che l’inverter lavori sempre al massimo della sua efficienza.
Uno dei vantaggi principali dell’inverter di stringa è il suo costo inferiore rispetto ad altre tecnologie, come i microinverter o gli ottimizzatori di potenza: proprio per questo, rappresenta una scelta interessante per chi dispone di un budget limitato o per impianti di piccole dimensioni.
Tuttavia, questa soluzione presenta anche alcuni svantaggi: in particolare, la sua efficienza può essere influenzata da ombreggiamenti o sporcizia che interessano anche un solo pannello della stringa: se, ad esempio, un pannello viene parzialmente oscurato, la sua produzione di energia diminuisce, e di conseguenza anche quella dell’intera stringa. Questo può comportare una perdita di produzione significativa, soprattutto in impianti con ombreggiamenti frequenti o in zone con elevata presenza di polvere o altri agenti atmosferici.
Un altro aspetto da considerare è la sicurezza: in un impianto con inverter di stringa, i cavi che collegano i pannelli all’inverter trasportano tensioni elevate, che possono rappresentare un rischio in caso di guasto o incendio. Pertanto, per garantirti la massima sicurezza, assicurati che l’installazione venga eseguita da un elettricista qualificato, che conosca le normative di sicurezza e utilizzi materiali certificati.
Un ultimo dato da considerare riguarda la manutenzione, che in un impianto con inverter di stringa può essere più complessa rispetto ad altre soluzioni, poiché in caso di guasto, è necessario individuare il pannello difettoso all’interno della stringa, il che può richiedere l’ispezione di tutti i moduli.
Microinverter: maggiore precisione e sicurezza
I microinverter rappresentano cronologicamente un’evoluzione rispetto ai classici inverter di stringa.
Questi piccoli dispositivi, installati direttamente su ogni singolo pannello fotovoltaico, offrono una serie di vantaggi che possono migliorare significativamente l’efficienza e l’affidabilità del tuo impianto.
A differenza dei tradizionali inverter di stringa, che, come abbiamo visto, gestiscono l’energia prodotta da un gruppo di pannelli collegati in serie, i microinverter operano a livello di singolo modulo.
In pratica, ogni pannello fotovoltaico ha il suo microinverter dedicato, che converte l’energia solare in corrente alternata (CA) direttamente sul posto.
Questa configurazione offre numerosi benefici, soprattutto in termini di prestazioni in presenza di ombreggiamenti o sporcizia: abbiamo già spiegato come, in questo caso, l’intera stringa di pannelli ne risenta, ottenendo una riduzione significativa della produzione di energia complessiva.
Questo non accade con i microinverter, poiché l’installazione sul singolo pannello solare, consente di evitare questo problema: in tal caso, infatti, se un pannello viene ombreggiato o sporcato, solo quel modulo vedrà la sua produzione di energia ridotta, mentre gli altri continueranno a funzionare a pieno regime, garantendo una maggiore efficienza complessiva dell’impianto.
I microinverter offrono anche una maggiore flessibilità nella progettazione dell’impianto: sempre grazie alla loro indipendenza, i pannelli possono essere orientati e inclinati in modo diverso, ottimizzando la produzione di energia in base alle specifiche condizioni del tetto. Inoltre, i microinverter, proprio in virtù della possibilità di monitorare individualmente i pannelli fotovoltaici, semplificano la diagnosi in caso di guasto, consentendo di individuare rapidamente eventuali problemi e intervenire tempestivamente, riducendo al minimo i tempi di inattività dell’impianto.
Un altro vantaggio importante che ti invitiamo a considerare è la maggiore sicurezza.
A differenza degli inverter di stringa, che trasportano tensioni elevate in corrente continua dai pannelli all’inverter centralizzato, i microinverter convertono l’energia in CA direttamente sul tetto, riducendo il rischio di archi elettrici e incendi.
Ma, quindi, quali sono gli svantaggi di questa soluzione?
Il costo iniziale dei microinverter è generalmente più elevato rispetto agli inverter di stringa, e l’installazione può essere più complessa, poiché richiede un maggior numero di collegamenti. Inoltre, la presenza di componenti elettronici su ogni pannello può teoricamente aumentare il rischio di guasti nel lungo periodo, anche se i produttori di microinverter offrono garanzie più estese rispetto a quelle degli inverter di stringa.
Un aspetto tecnico che potrebbe essere utile da tenere a mente è la tensione di startup dei microinverter: per poter funzionare, un microinverter ha bisogno di una tensione minima in ingresso, che può variare a seconda del modello. In altre parole, in caso di scarsa esposizione solare, alcuni pannelli potrebbero non raggiungere la tensione di startup, ritardando l’accensione dell’impianto e riducendo la produzione di energia, soprattutto nelle ore del mattino o in periodi meno soleggiati.
Inverter con ottimizzatori di potenza
Gli inverter con ottimizzatori di potenza combinano i vantaggi degli inverter di stringa e dei microinverter. In questa configurazione, ogni pannello fotovoltaico è dotato di un ottimizzatore di potenza, un dispositivo che “ottimizza” la produzione di energia del singolo pannello, garantendo il massimo rendimento anche in presenza di ombreggiamenti o sporcizia.
Gli ottimizzatori di potenza sono dispositivi elettronici progettati proprio per migliorare l’efficienza e la sicurezza degli impianti fotovoltaici, ottimizzando la produzione di energia di ogni singolo pannello: si tratta tecnicamente di convertitori DC-DC (corrente continua – corrente continua), una tecnologia semplice e affidabile, ampiamente utilizzata da anni nell’elettronica di potenza.
Il loro funzionamento consiste nel mantenere ogni modulo fotovoltaico al suo punto di massima potenza (MPPT), garantendo prestazioni ottimali, indipendentemente dalle condizioni esterne come ombreggiamento, sporcizia o danni su uno o più pannelli. Questo significa che, anche in questo caso, se un pannello subisce una riduzione di rendimento, l’impatto non si estende agli altri moduli del sistema.
Uno dei principali vantaggi degli ottimizzatori è la maggiore sicurezza e controllo: possono monitorare la temperatura di ogni singolo pannello, identificare eventuali sovratemperature e interrompere il funzionamento del modulo in caso di necessità, prevenendo situazioni rischiose come lo sviluppo di archi elettrici.
Da un punto di vista tecnico, l’impianto rimane in corrente continua (DC) fino all’inverter, senza conversione intermedia in corrente alternata (AC): questo evita problemi di selettività dei differenziali, tipici degli impianti in AC, che potrebbero portare allo scatto dell’interruttore generale della casa, lasciandola completamente al buio.
In un sistema con ottimizzatori, l’inverter non dispone del classico MPPT interno, poiché la gestione del punto di massima potenza viene demandata agli ottimizzatori stessi, che lavorano su ciascun modulo singolarmente: questa configurazione consente di mantenere una tensione costante a 400 V DC, migliorando l’efficienza dell’inverter e riducendo le perdite di conversione. Questa efficienza si traduce in un enorme vantaggio quando si utilizza una batteria di accumulo: se la batteria è progettata per lavorare anch’essa a 400 V DC, l’energia viene trasferita direttamente dal pannello alla batteria, senza ulteriori conversioni, massimizzando la resa del sistema.
Sebbene alcuni critichino gli ottimizzatori per il loro costo iniziale più elevato, questi dispositivi rappresentano la soluzione più avanzata sul mercato, soprattutto in impianti complessi o parzialmente ombreggiati, garantendo maggiore efficienza, sicurezza e autonomia rispetto alle soluzioni tradizionali in corrente alternata.
Inverter ibridi: la soluzione ottimizzata per integrare l’accumulo forovoltaico
L’integrazione tra l’inverter e il sistema di accumulo è una delle innovazioni più rilevanti nel mondo degli impianti fotovoltaici.
Tradizionalmente, per gestire l’energia prodotta dal fotovoltaico e accumularla per un utilizzo successivo, si utilizzavano due apparecchi distinti: l’inverter per convertire la corrente continua prodotta dai pannelli in corrente alternata, e un sistema separato per la gestione delle batterie. Gli inverter ibridi, invece, combinano entrambi questi componenti in un’unica soluzione, semplificando l’installazione e la gestione dell’impianto.
Questi inverter, attraverso un ingresso dedicato, permettono di collegare direttamente le batterie, o sistemi di accumulo, senza la necessità di apparecchi separati. Il vantaggio principale di questa soluzione è la riduzione della complessità, poiché tutto il sistema di conversione e gestione dell’energia è concentrato in un unico dispositivo.
Tuttavia, questa maggiore semplicità ha un lato negativo da considerare: un guasto dell’inverter ibrido implica non soltanto la sua sostituzione, ma anche quella della parte relativa alla gestione delle batterie, con un conseguente aumento dei costi di riparazione rispetto ai sistemi separati.
Inverter ibrido e batteria di accumulo: come sono collegati
Per quanto riguarda il collegamento dei vari componenti, l’inverter ibrido riceve l’energia in corrente continua dai pannelli fotovoltaici, che poi converte in corrente alternata per la rete. L’accumulo, invece, viene collegato al lato continua dell’inverter, poiché le batterie vengono caricate e scaricate in corrente continua: questo evita la necessità di una doppia conversione, che comporterebbe ulteriori perdite energetiche e inefficienze. Esistono anche sistemi di accumulo che si collegano alla corrente alternata, ma si tratta generalmente di una configurazione meno efficiente, in quanto implica conversioni energetiche multiple (da continua a alternata, da alternata a continua e viceversa), che generano perdite.
Tieni a mente questa considerazione, molto importante da un punto di vista normativio: la scelta tra collegare l’accumulo alla corrente continua o alternata influisce anche sulla potenza nominale dell’impianto.
In sostanza, se l’accumulo è connesso al lato continua, la potenza nominale dell’impianto dipende dalla somma delle potenze dei pannelli fotovoltaici e dell’inverter, mentre con il collegamento all’alternata, la potenza nominale dell’impianto include anche la capacità dell’accumulo.
Questo è da tener presente, perché può comportare modifiche nelle pratiche di connessione e nei costi amministrativi, quindi è una decisione che deve essere presa con attenzione.
In generale, se decidi di integrare un sistema di accumulo in un impianto fotovoltaico, sarebbe preferibile collegare l’accumulo al lato corrente continua per ottimizzare l’efficienza.
Come scegliere l’inverter giusto
Per scegliere in maniera accurata un inverter fotovoltaico, devi avere ben chiari i tre concetti di
- efficienza complessiva dell’inverter fotovoltaico;
- potenza di picco;
- potenza nominale.
Efficienza complessiva di conversione dell’inverter fotovoltaico
L’efficienza complessiva dell’inverter è un parametro critico che indica quanto dell’energia solare convertita viene effettivamente consegnato come potenza utilizzabile: si tratta di una variabile che influisce sull’efficienza dell’intero impianto.
Pensa che un inverter, trasformando la corrente elettrica da continua ad alternata, genera mediamente una perdita di energia di circa il 3-4%.
Un’efficienza elevata dell’inverter fotovoltaico comporta una maggiore conversione dell’energia solare in elettricità, contribuendo a massimizzare le prestazioni complessive dell’impianto fotovoltaico.
Più specificamente si parla di “rendimento dell’inverter”, un valore che oscilla tra il 93 e il 98%, ma non raggiunge mai il 100%, perché, come abbiamo detto, la trasformazione della corrente implica sempre una perdita di energia.
Consiglio: il rendimento dell'inverter è correlato al ritorno di investimento. Più sarà alto il rendimento del tuo inverter fotovoltaico, minore sarà la quantità di energia sprecata. In parole semplici: se l'inverter del tuo impianto fotovoltaico ha un rendimento del 95%, vuol dire che perderai il 5% di energia elettrica.
La potenza di picco degli inverter fotovoltaici
La potenza di picco di un inverter fotovoltaico rappresenta la massima quantità di energia che può essere erogata per un breve periodo, solitamente da pochi secondi a 15 minuti.
Questo valore è cruciale per gestire carichi iniziali elevati e dispositivi che richiedono un impulso di potenza superiore alla norma.
Altri 2 parametri da considerare per l’inverter fotovoltaico: tensione di attivazione e range di funzionamento
Per scegliere un buon inverter fotovoltaico considera anche questi due fattori: la tensione di attivazione e il range di tensione di funzionamento.
La tensione di attivazione indica la tensione a cui l’inver si attiva,
Il range di tensione di funzionamento indica l’intervallo di funzione all’interno del quale l’inverter funziona.
Perché è importante considerare questi due fattori?
Perché ci permettono di capire se un inverter riesce a continuare a produrre energia all’aumentare e al diminuire della tensione.
Un range di tensione minore ci indica che l'invert può significare che l'inverter rischia di spegnersi, ad esempio, nel caso della diminuzione dell'irraggiamento. Al contrario, un range più ampio ci dice che l'inverter funzionerà anche in condizioni avverse.
Il consumo dell’inverter fotovoltaico in stand-by
Alcuni anni fa il consumo in stand-by rappresentava una criticità, dal momento che un inverter fotovoltaico consumava fino a 10 W in stand-by.
Oggi la tecnologia ha messo ha punto inverter che riescono ad avere un consumo in standby di 2,5 W, ma esistono modelli molto efficienti, che raggiungono addirittura lo 0,5 W di consumo.
La durata di un inverter per pannelli fotovoltaici
Generalmente un inverter fotovoltaico ha durata di circa 10 anni, anche se modelli più innovativi ed evoluti possono resistere oltre i 13 anni, senza presentare alcun tipo di malfunzionamento.
Mediamente il 30-40% degli inverter dopo il decimo anno di vita inizia a presentare un calo di rendimento.
Consiglio: nella stima dei costi del tuo impianto fotovoltaico, considera la sostituzione dell'inverter fotovoltaico ogni 10 anni circa. Ricorda che una buona manutenzione, con una pulizia costante dei filtri dell'aria, contribuisce a garantire al tuo inverter una vita lunga e prospera!
Dove e come si installa l’inverter fotovoltaico
L’inverter fotovoltaico deve essere installato in modo strategico per garantire massima efficienza e sicurezza, riducendo al minimo il rischio di surriscaldamento e ottimizzando le prestazioni dell’intero sistema. Pertanto, è fondamentale scegliere un luogo asciutto, ben ventilato e facilmente accessibile per la manutenzione, in modo da scongiurare rischi di problemi legati alle alte temperature, che potrebbero compromettere la durata e l’efficienza del dispositivo.
Idealmente, l’inverter dovrebbe essere installato il più vicino possibile ai pannelli fotovoltaici, per ridurre le perdite di corrente lungo i cavi.
Tra le soluzioni consigliate ci sono i locali tecnici, disimpegni o garage, meglio se situati in prossimità del quadro elettrico principale o del contatore: ciò facilita il collegamento dell’inverter all’impianto elettrico domestico e offre una maggiore comodità in caso di manutenzione. Pensa anche alla possibilità di prediligere un locale che in futuro possa ospitare una batteria di accumulo, qualora non fosse prevista fin dall’inizio, in modo da rendere più semplice un eventuale upgrade dell’impianto.
In alternativa, l’inverter può essere installato anche all’esterno, purché sia adeguatamente protetto da pioggia, sole diretto e altre condizioni atmosferiche avverse: se l’unica alternativa possibile fosse questa, ricorda che esistono soluzioni appositamente progettate per gli esterni, in grado di garantire al componente una protezione adeguata.
Come si installa l’inverter fotovoltaico
Il collegamento dell’inverter prevede diversi passaggi essenziali, da affidare esclusivamente a un elettricista qualificato per assicurare il rispetto delle normative di sicurezza. I pannelli fotovoltaici vengono collegati all’inverter tramite cavi che trasportano corrente continua (DC). Successivamente, l’inverter converte questa energia in corrente alternata (AC) e la invia all’impianto elettrico domestico tramite un collegamento diretto. Infine, molti impianti fotovoltaici prevedono il collegamento alla rete elettrica, che consente di immettere l’energia in eccesso nella rete pubblica o di prelevarla quando la produzione non è sufficiente.
Ogni impianto è unico e richiede una valutazione personalizzata. Visto che la scelta del sito di installazione dell’inverter rappresenta un elemento cruciale, per garantire l’efficienza dell’impianto, la sicurezza dell’edificio e la durata del componente stesso, è sempre importante che sia effettuato un sopralluogo tecnico preliminare, così da individuare la soluzione più adatta alle esigenze specifiche della casa e garantire un’installazione ottimale.
La manutenzione dell’inverter fotovoltaico
La manutenzione di un inverter fotovoltaico, sia in ambito residenziale che industriale, è fondamentale per garantire la massima efficienza dell’impianto e prolungare la vita utile del dispositivo, consente di prevenire guasti, riducendo al minimo i tempi di fermo impianto e assicurando performance costanti nel tempo.
La corretta gestione della temperatura è una delle prime attenzioni da riservare all’inverter: come abbiamo visto, l’installazione all’interno di un ambiente asciutto e ben ventilato, come un garage o un locale tecnico, consente di evitare surriscaldamenti. Bisogna lasciare uno spazio libero di almeno 30 cm attorno al dispositivo e verificare periodicamente il funzionamento delle ventole di raffreddamento.
Anche la pulizia dei filtri di aspirazione dell’aria si configura come un’altra operazione fondamentale per garantire la corretta circolazione dell’aria e prevenire malfunzionamenti.
In un impianto fotovoltaico industriale, la manutenzione ordinaria prevede un controllo annuale approfondito, che di solito parte dalla verifica dello schema unifilare per analizzare la configurazione delle stringhe e, a inverter spento, si misurano le tensioni a vuoto di ogni stringa per assicurarsi che corrispondano al numero di pannelli collegati, eseguendo anche prove di isolamento per rilevare eventuali dispersioni. Una volta riacceso l’inverter, si utilizzano strumenti come pinze amperometriche o multimetri per misurare le correnti di ciascuna stringa, verificando che tutti i pannelli siano correttamente in produzione.
Sarebbe buona norma, far coincidere la manutenzione dell’inverter con un’ispezione visiva dei pannelli, tramite drone o in quota con sistemi di sicurezza, per poter identificare eventuali danni o hotspot, mentre l’analisi termografica fornisce un quadro chiaro sulle condizioni dell’intero campo fotovoltaico.
Un’operazione critica riguarda il serraggio dei morsetti di potenza, sia lato corrente continua (DC) che alternata (AC): nel tempo, le variazioni di temperatura possono allentare i morsetti, aumentando il rischio di surriscaldamento e potenziali incendi.
Infine, la pulizia dei quadri elettrici e il controllo delle ventole interne degli inverter completano la manutenzione, assicurando che il dispositivo non subisca limitazioni di potenza a causa del calore.
Il monitoraggio dell’impianto attraverso l’inverter fotovoltaico
Il monitoraggio di un impianto fotovoltaico rappresenta uno strumento cruciale per verificare in tempo reale il rendimento del sistema e ottimizzarne le prestazioni.
I moderni inverter fotovoltaici consentono di avere accesso a quei dati che ci raccontano come sta funzionando l’impianto: generalmente le informazioni che riguardano la produzione di energia, il consumo domestico e la cessione o il prelievo di energia dalla rete sono accessibili direttamente tramite app e software dedicati, che forniscono report dettagliati e permettono il controllo remoto dell’impianto.
Avere una panoramica costante sullo stato di salute dell’inverter e, in alcuni casi, dei singoli pannelli consente di individuare tempestivamente eventuali anomalie, migliorando l’efficienza complessiva.
Gli inverter con monitoraggio integrato
Gli inverter con monitoraggio integrato offrono il vantaggio di avere un’immagine istantanea dello stato dell’impianto.
In presenza di ottimizzatori, possono monitorare anche le prestazioni dei singoli pannelli, funzione che i sistemi esterni di monitoraggio difficilmente offrono senza una complessa integrazione.
Tuttavia, è utile una considerazione: gli inverter con monitoraggio integrato hanno un costo più elevato e presentano la criticità di dover intervenire direttamente sull’inverter in caso di guasti alla scheda di monitoraggio, causando l’interruzione temporanea dell’impianto.
Non tutti gli inverter, inoltre, supportano il monitoraggio completo di produzione, consumo, cessione e prelievo di energia: talvolta per ottenere una panoramica completa, è necessario installare un misuratore di corrente aggiuntivo collegato al quadro generale dell’appartamento o direttamente al contatore. Questa soluzione comporta un ulteriore passaggio tecnico, ma permette di acquisire dati più precisi e dettagliati sul flusso energetico.
Sistemi di monitoraggio esterni
Un’alternativa interessante al monitoraggio integrato è rappresentata dai sistemi esterni, che possono essere installati su impianti esistenti senza modificare l’inverter. Questri strumenti offrono maggiore flessibilità e spesso includono funzionalità avanzate, come il monitoraggio di più punti di consumo, inclusi dispositivi specifici come pompe di calore. Alcuni modelli possono anche comandare prese smart o attuatori, consentendo di gestire carichi in base alla produzione disponibile, ottimizzando l’autoconsumo.
Il difetto dei sistemi di monitoraggio esterni è che non possono fornire un controllo diretto sullo stato di salute dell’inverter o degli errori di sistema. Inoltre, il loro costo complessivo, considerando l’acquisto separato, potrebbe superare quello di un inverter con monitoraggio integrato.
Domande frequenti sull’inverter fotovoltaico
Qual è la differenza tra inverter e microinverter?
L’inverter tradizionale è un dispositivo centralizzato che converte l’energia prodotta da un gruppo di pannelli solari collegati in serie. Il microinverter, invece, è un piccolo inverter installato su ogni singolo pannello fotovoltaico. Questa differenza fondamentale ha implicazioni significative per l’efficienza e l’affidabilità dell’impianto.
Quanti anni dura un inverter fotovoltaico?
La durata di un inverter fotovoltaico varia, ma in genere ha una vita utile di circa 10 anni. Tuttavia, modelli più avanzati possono superare i 13 anni senza mostrare malfunzionamenti significativi. Dopo il decimo anno, alcuni inverter possono sperimentare un calo di rendimento, e la sostituzione ogni 10 anni è consigliata per mantenere le prestazioni ottimali.
Come scegliere l’inverter fotovoltaico?
La scelta dell’inverter per il fotovoltaico dipende da diversi fattori, tra cui le dimensioni dell’impianto, il tipo di pannelli solari utilizzati, la presenza di ombreggiamenti o altre problematiche, il budget disponibile e le esigenze specifiche dell’utente. È consigliabile consultare un professionista qualificato per valutare le proprie esigenze e scegliere l’inverter più adatto.