Impianto fotovoltaico trifase: tutto quello che devi sapere

impianto fotovoltaico trifase

Indice dell'Articolo

Impianto fotovoltaico monofase o trifase? Questo è uno dei dilemmi che ti troverai ad affrontare, se richiedi un preventivo fotovoltaico.

Tra le voci che figurano all’interno di un preventivo fotovoltaico vi è infatti anche quella che prevede una scelta tra queste due tipologie di impianto.

Per comprendere bene le differenze tra un impianto trifase e un impianto monofase è bene dedicare qualche momento alla comprensione di alcuni concetti che possono sembrare un po’ tecnici ma che, una volta compresi, permettono di scegliere con maggiore facilità e sicurezza la soluzione più adatta alle proprie esigenze.

Questo è ciò che faremo nei paragrafi che seguono: comprenderemo tutte le caratteristiche di un impianto fotovoltaico trifase, soffermandoci sul suo funzionamento, sui vantaggi di tale soluzione, sulla fase di progettazione finalizzata al suo corretto dimensionamento e sulle procedure di installazione.  

A lettura ultimata sarai in possesso di tutte le informazioni necessarie per rispondere alla domanda fatidica, con cui abbiamo aperto l’articolo: “Monofase o Trifase?”.

Scopriamolo subito insieme.

Cos’è un impianto fotovoltaico trifase

Partiamo prima da una semplice definizione pratica: un impianto fotovoltaico trifase è un impianto che ha tre cavi di fase e un cavo neutro che collegano la cabina elettrica primaria all’utenza. 

Sì, stiamo entrando nell’ambito dei tecnicismi del mestiere: per questo motivo, allo scopo di evitare confusione, passiamo immediatamente a fornire alcune definizioni semplici ed esaustive, che renderanno immediatamente più chiari i concetti.

Parliamo di cavi elettrici 

In ogni impianto elettrico, dunque in qualsiasi abitazione, vi sono tre tipologie di cavi elettrici: i cavi di fase, i cavi neutri e i cavi di terra.

Ciascuno di essi ha una sua funzione:

  • il cavo di fase ha la funzione di condurre l’energia elettrica verso gli apparecchi elettrici.
  • il cavo neutro ha il compito di chiudere il circuito elettrico
  • il cavo di terra permette all’impianto di garantire sicurezza, poiché disperde la corrente in caso di guasto.

Come abbiamo appena detto, l’impianto fotovoltaico trifase ha tre cavi di fase e uno neutro, a differenza dell’impianto monofase che, come il nome suggerisce, è collegato alla cabina primaria tramite un cavo di fase e un cavo neutro.

Ma, quindi, cosa cambia tra uno o tre cavi di fase? 

Impianto fotovoltaico trifase o monofase: la differenza è nella tensione tra i cavi

In un impianto monofase, la tensione tra il cavo di fase e il cavo neutro è 230 V, mentre nell’impianto trifase si registra una tensione di 400V tra le due fasi e una tensione di 230V tra una fase e il cavo neutro.

In altre parole, l’impianto monofase garantisce un accesso a una maggiore potenza elettrica.

Ti sarà capitato talvolta di accendere tre elettrodomestici molto potenti contemporaneamente (ad esempio, il forno elettrico, l’asciugacapelli e l’aspirapolvere), trovandoti a vivere la fastidiosa situazione della corrente che salta in tutta la casa. Questo fenomeno si verifica quando, a causa dell’eccessivo assorbimento elettrico da parte degli elettrodomestici, si supera la potenza attribuita da contratto al contatore, che generalmente è fissata da 3 a 6 kW di potenza, se si dispone di un contatore monofase.

Dunque, un impianto fotovoltaico trifase ti permette di avere accesso a una maggiore potenza elettrica. 

Nel paragrafo successivo vedremo meglio quando e perché conviene installare un impianto fotovoltaico trifase.

Perché installare un impianto fotovoltaico trifase?

Fino a qualche decennio fa, le abitazioni in Italia erano tutte alimentate con contatore monofase. 

I motivi sono facili da spiegare: i consumi energetici erano molto inferiori a quelli odierni.

Pensa alla differenza tra le esigenze di una casa degli anni Sessanta e una di oggi.

In realtà, ti basta anche vedere l’evoluzione avvenuta in tempi più recenti: negli ultimi vent’anni siamo passati a abitazioni con pochissimi dispositivi elettrici e alimentate principalmente a gas per la cucina e il riscaldamento ad abitazioni completamente smart e alimentate quasi esclusivamente con elettricità.

Questo incremento del fabbisogno energetico si riflette moltissimo sul recente cambio di rotta in fatto di installazione di contatori elettrici: di fatto, tutte le abitazioni ristrutturate negli ultimi anni vengono collegate alla rete trifase, per garantire una maggiore capacità di assorbimento energetico.

Fatta questa breve premessa, passiamo a capire meglio quando conviene installare un impianto fotovoltaico trifase.

Impianto fotovoltaico trifase: perché installarlo

Di solito, gli impianti fotovoltaici trifase rappresentano la soluzione ottimale per edifici industriali e commerciali di grandi dimensioni che richiedono una potenza elettrica elevata e costante per far funzionare macchinari e attrezzature produttive. 

Inoltre, sono ideali per le aziende agricole che utilizzano macchinari agricoli elettrici o sistemi di irrigazione automatizzati. Anche le strutture ricettive, come hotel o agriturismi, possono beneficiare di questa soluzione per far fronte ai picchi di consumo energetico durante i periodi di alta stagione.

Se hai un’azienda o un’attività e stai valutando l’installazione di un impianto fotovoltaico, qui trovi un interessante articolo dedicato proprio al fotovoltaico per aziende.

Tuttavia, in vista della maggiore efficienza energetica e della migliore stabilità di tensione elettrica, un impianto fotovoltaico trifase rappresenta un’opzione interessante anche per abitazioni di grandi dimensioni o in qualsiasi situazione sia necessario alimentare apparecchi che richiedono un notevole assorbimento di energia. 

Generalmente un impianto fotovoltaico trifase viene installato con impianti fotovoltaici di potenza superiore a 6 kWp, anche se esistono inverter trifase anche per impianti fotovoltaici di potenza nominale inferiore.

Fattori da considerare se vuoi installare un impianto fotovoltaico trifase

Per le utenze domestiche, una delle prime soluzioni proposte, a fronte di fabbisogni energetici che lo consentano, è senza dubbio l’impianto fotovoltaico monofase.

Il motivo di questa scelta è la maggiore facilità di installazione: trattandosi di un impianto che prevede un unico circuito elettrico, l’installazione risulta più semplice e, di conseguenza, anche più economica.

Un impianto fotovoltaico trifase, invece, necessita di un’infrastruttura più complessa, che ha un decisivo impatto sul costo finale dell’impianto.

In tali circostanze, è bene riflettere sulle reali esigenze energetiche dell’abitazione. 

Puoi provare a chiarirti le idee, rispondendo a queste domande:

  • L’impianto che sto installando mi serve per la mia residenza o per la mia piccola attività?

Come abbiamo visto, se si tratta di una piccola attività, la soluzione per far fronte ai picchi di consumo è l’impianto trifase.

  • Qual è il mio consumo energetico attuale e futuro? 

Un primo passo per capire se un impianto fotovoltaico trifase fa al caso tuo è conoscere il tuo consumo energetico attuale, avendo cura di ipotizzare eventuali aumenti futuri, ad esempio a causa dell’introduzione di nuovi elettrodomestici o di un ampliamento dell’abitazione. Se consumi tanto per la gran parte dell’anno, un impianto trifase potrebbe essere la soluzione più idonea.

  • Quali elettrodomestici e apparecchiature utilizzo o utilizzerò?

 Alcuni elettrodomestici, come pompe di calore, sistemi di climatizzazione e macchinari industriali, richiedono una potenza elevata e sono più compatibili con un impianto trifase.

  • Quando è grande l’immobile?

Se la tua abitazione è grande e ci abitano più persone, probabilmente installerai un impianto da 6 kWp. In tal caso, valuta la possibilità dell’impianto trifase. 

  • Prevedo di installare in futuro altri sistemi che richiedono una potenza elevata? Ad esempio, se prevedi l’acquisto di un’auto elettrica, con annesso dispositivo per la ricarica del veicolo, sarebbe meglio optare per un impianto trifase fin dall’inizio.

 Come funziona un impianto fotovoltaico trifase

Vediamo insieme come funziona un impianto fotovoltaico trifase, partendo proprio dall’inizio, ossia dal momento in cui il sole colpisce le celle fotovoltaiche, dando il via  all’effetto fotovoltaico, il fenomeno fisico senza il quale non potremmo produrre energia elettrica a partire dalla luce del sole.

Le celle solari e l’effetto fotovoltaico

La luce solare, quando colpisce i pannelli fotovoltaici, genera una corrente continua che viene poi convertita in corrente alternata trifase da un inverter dedicato. 

Alla base di questo processo troviamo l’effetto fotovoltaico, un fenomeno studiato a partire dalla prima metà dell’Ottocento: l’intuizione fu di Edmund Becquerel, che notò la capacità di alcuni metalli di produrre una lieve corrente elettrica, se esposti alla luce del sole.

Tuttavia, fu Einstein a comprendere meglio l’effetto fotoelettrico, consentendoci oggi di adoperare le celle solari per la produzione di energia elettrica.

Alla base dell’effetto fotovoltaico vi è l’interazione tra i fotoni e un materiale semiconduttore. Nel caso specifico, il materiale semiconduttore adoperato per realizzare le celle solari è il silicio, a cui vengono aggiunte altre sostanze, al fine di creare una giunzione p-n, ossia una regione all’interno del materiale con una concentrazione di cariche positive da un lato e negative dall’altro. 

Quando la luce colpisce questa giunzione, gli elettroni vengono eccitati e si muovono dalla zona a carica positiva verso quella a carica negativa, generando così una corrente elettrica continua, che deve essere trasformata in corrente alternata, per poter essere adoperata dai dispositivi presenti tra le nostra mura domestica.

Quindi, a questo punto entra in azione l’inverter trifase.

L’inverter trifase

La caratteristica distintiva di un impianto trifase risiede nella presenza di tre fasi elettriche sfasate di 120 gradi l’una rispetto all’altra, in modo da garantire una distribuzione più omogenea dell’energia e una maggiore stabilità del sistema. 

L’energia prodotta dai pannelli viene inviata all’inverter trifase, che la trasforma in corrente alternata trifase e la sincronizza con la rete elettrica. 

Successivamente, l’energia prodotta può essere utilizzata per alimentare direttamente i carichi elettrici presenti nell’edificio.

L’energia in surplus può essere immessa in rete, generando così un credito energetico, attraverso meccanismi come il Ritiro dedicato, oppure può essere conservata in batterie di accumulo, per poter essere utilizzata nel momento in cui si ha necessità, senza dover attingere alla rete elettrica nei momenti in cui i pannelli fotovoltaici, in assenza di luce solare, non producono energia elettrica. 

Impianto fotovoltaico trifase: ecco come dimensionarlo correttamente

Abbiamo già spiegato quali siano le situazioni in cui un impianto fotovoltaico trifase potrebbe rappresentare la soluzione più idonea, ossia tutte quelle situazioni in cui un fabbisogno energetico elevato richiede un impianto in grado di garantire un’efficienza ottimale e l’accesso a una maggiore potenza elettrica, per far fronte a un maggiore assorbimento energetico da parte degli elettrodomestici.

Abbiamo, dunque, specificato, che per gli impianti di piccole dimensioni, generalmente fino a 6 kWp, quella più diffusa è la soluzione dell’impianto fotovoltaico monofase, per questioni legate soprattutto a una maggiore facilità di progettazione e installazione, che consente di tenere i costi più contenuti.

Ma come fare per dimensionare correttamente l’impianto fotovoltaico?

Lo vediamo insieme, attraverso 4 step, che sintetizzano i momenti principali della progettazione di un impianto fotovoltaico.

Step 1: l’analisi dei consumi energetici

Il primo passaggio fondamentale per dimensionare accuratamente l’impianto fotovoltaico è conoscere con precisione le esigenze energetiche dell’abitazione.

Nello specifico, in questa fase occorre ricavare due informazioni principali:

  • Il consumo energetico degli ultimi 12 mesi, che può essere ricavato consultando le bollette elettriche dell’ultimo anno;
  • I picchi di consumo, ossia gli orari e i periodi dell’anno in cui il consumo risulta più elevato. Questa informazione è importante per dimensionare l’impianto in modo da soddisfare la domanda energetica nei momenti di maggior bisogno.

In questa fase, è utile fare una valutazione di medio-lungo periodo, che tenga in considerazione eventuali evoluzioni dei propri consumi: ad esempio, se hai il pallino delle auto elettriche e sai già che tra qualche anno ne acquisterai una, potresti provare a calcolare a quanto ammonterà il tuo fabbisogno energetico annuo, tenendo in considerazione questo cambiamento futuro.

Considera che la durata media di un impianto fotovoltaico, in condizioni di corretta installazione e manutenzione, supera i 25 anni: l’investimento è duraturo, quindi cerca di fare sempre le tue valutazioni in un’ottica di medio periodo. 

Step 2: l’analisi delle risorse solari disponibili in base alla tua posizione geografica

Una volta stabilito quali siano le tue esigenze energetiche, si passa all’analisi delle risorse solari, cioè si analizza quanta luce solare hai a disposizione, in base alla tua posizione geografica e alle caratteristiche del tuo tetto.

Questo dato servirà a comprendere quanti e quali pannelli fotovoltaici bisognerà installare per ottenere l’energia elettrica di cui hai bisogno, con l’obiettivo di soddisfare le tue esigenze energetiche.

Nello specifico, in questa fase di progettazione, bisognerà tenere in considerazione, in primis, l’irraggiamento solare, ossia la quantità di radiazione solare che raggiunge il tetto dell’edificio in un dato periodo di tempo. 

Si tratta di un dato che non è universale, ma che varia a seconda della latitudine: ad esempio, a Palermo si registra un irraggiamento solare superiore rispetto alla città di Milano o di Bolzano. Ne consegue che un impianto fotovoltaico installato in una città del Sud consente di ottenere un rendimento energetico maggiore. 

Oltre all’irraggiamento solare, bisogna considerare anche orientamento e inclinazione del tetto, altre due variabili determinanti nella progettazione di un impianto fotovoltaico.

L’orientamento ideale per ottenere il miglior rendimento dei pannelli fotovoltaici è a sud o a sud ovest, con un’inclinazione compresa tra i 25 e 35 gradi, generalmente influenzata dalla latitudine del luogo di installazione.

Infine, non trascurabile è un’analisi che tenga conto della presenza di ombreggiamenti, che hanno notevole impatto sul rendimento dei pannelli fotovoltaici: generalmente vengono adoperati accurati software di simulazione, che consentono di individuare le zone meglio esposte e più adatte per l’installazione dei pannelli fotovoltaici.

L’importanza del sopralluogo sul tetto

Visto che abbiamo appena parlato di tutte quelle variabili che coinvolgono le risorse solari, non possiamo esimerci dal dedicare qualche riflessione all’importanza di un accurato sopralluogo sul tetto, che rappresenta una fase cruciale per la realizzazione di un impianto fotovoltaico efficiente e duraturo. 

Durante questa ispezione, un tecnico specializzato valuta attentamente le caratteristiche del tetto: oltre a considerare l’inclinazione e l’orientamento, di cui abbiamo parlato, è molto importante valutare la resistenza strutturale e la presenza di eventuali ostacoli che potrebbero compromettere la produzione di energia. 

Questo permette di individuare la disposizione ottimale dei pannelli, in modo da garantire la massima esposizione alla luce solare e la riduzione delle ombre proiettate da camini, alberi o altri elementi presenti sul tetto. 

Inoltre, il sopralluogo consente di valutare la tipologia di copertura e di scegliere i sistemi di fissaggio più adatti, assicurando un ancoraggio sicuro e duraturo dei moduli fotovoltaici.

Proprio in base alle caratteristiche del tetto, vengono scelte le diverse soluzioni di installazione, come l’utilizzo di strutture in alluminio, acciaio o sistemi integrati nel manto di copertura. 

Step 3: la scelta dei componenti dell’impianto

A questo punto della progettazione, abbiamo a disposizione due dati fondamentali – il fabbisogno energetico e la quantità di sole effettivamente disponibile in base alle caratteristiche del tetto – per passare alla scelta dei componenti più idonei.


L’obiettivo di questo passaggio è comprendere quale tipologia di pannelli fotovoltaici risulti più idonea a coprire le esigenze energetiche dell’edificio, in relazione alle risorse solari disponibili. 

Successivamente si valuterà la tipologia di inverter più adatta e si pondera la possibilità di installare una batteria di accumulo.

Di seguito ti forniamo qualche nozione in più, utile per comprendere quali sono le considerazioni alla base della scelta dei singoli componenti.

I pannelli fotovoltaici: monocristallini o policristallini?

La scelta tra pannelli fotovoltaici monocristallini e policristallini è il primo dilemma di chi decide di installare un impianto fotovoltaico.

Questa scelta, oltre che dai fattori che abbiamo appena visto, dipende anche dallo spazio disponibile sul tetto. Questo perché le due tipologie di pannelli si differenziano soprattutto per la loro efficienza energetica, che li rende più o meno spaziosi a parità di potenza.

Nello specifico:

  • I pannelli monocristallini, caratterizzati da celle di colore blu scuro e forma quadrata, offrono un’efficienza energetica generalmente superiore, arrivando fino al 19%. Questa maggiore efficienza si traduce in una produzione di energia più elevata a parità di superficie, rendendoli ideali per installazioni su tetti di dimensioni ridotte. Parlando di prestazioni, questi pannelli fotovoltaici risultano la scelta più performante in zone caratterizzate da basse temperature e radiazione solare intensa.

Uno svantaggio di questa scelta è rappresentato dal costo, leggermente superiore rispetto ai policristallini, a causa del processo di produzione più complesso. 

  • I policristallini, invece, hanno un aspetto più granulare e un’efficienza leggermente inferiore, intorno al 13-15%. Parlando di performance energetiche, questi pannelli danno il meglio di sé in zone geografiche caratterizzate da alte temperature.

Sono più economici da produrre e risultano, di conseguenza, più contenuti nei costi, configurandosi come una soluzione che offre un ottimo compromesso tra prestazioni soddisfacenti e prezzo più contenuto.

L’inverter trifase

Anche nel caso dell’inverter, il dimensionamento è fondamentale, poiché la sua potenza deve essere adeguata a quella dell’impianto per evitare perdite di energia. Visto che, come abbiamo già visto, gli inverter trifase sono solitamente impiegati per impianti con una potenza superiore o uguale a 6 kWp, l’inverter scelto dovrà essere in grado di gestire questo carico.

Un altro aspetto cruciale da valutare è il rendimento: un inverter con un alto rendimento minimizza le dispersioni energetiche, garantendo una maggiore efficienza dell’impianto. 

La presenza di un MPP tracker è indispensabile per ottimizzare la produzione energetica, assicurandosi che l’inverter segua costantemente il punto di massima potenza dei moduli fotovoltaici.

Infine, sarà importante considerare le caratteristiche specifiche dell’impianto come l’eventuale presenza di ombreggiamenti o di un sistema di accumulo: in quest’ultimo caso, sarà necessario optare per un inverter ibrido in grado di gestire sia la produzione di energia fotovoltaica che lo scambio con la batteria.

Batteria di accumulo fotovoltaico

Se desideri ottenere il massimo dell’autonomia energetica e del risparmio in bolletta, probabilmente la tua soluzione prevede l’acquisto di un sistema di accumulo.

In tal caso, esattamente come per gli altri componenti dell’impianto, le valutazioni sulla tipologia di batteria più idonea e il suo corretto dimensionamento risultano imprescindibili.

Per quel che concerne le tipologie, il mercato offre una notevole varietà di batterie di accumulo, che si differenziano per caratteristiche, durata e costi.

Quelle generalmente più installate sono: 

  • Batterie al piombo-acido, le più tradizionali e economiche. Si dividono in tre categorie principali: allagate, AGM (Absorbent Glass Mat) e gel. Offrono una buona capacità di scarica, ma hanno una durata di vita limitata e richiedono una manutenzione periodica.
  • Batterie al litio: Sono più costose delle batterie al piombo-acido, ma offrono maggiore densità energetica, maggiore durata, minore peso e dimensioni, e maggiore efficienza. All’interno delle batterie al litio esistono diverse tecnologie, come LFP (Lithium Iron Phosphate), NMC (Nickel Manganese Cobalt) e LTO (Lithium Titanate Oxide), ognuna con specifiche caratteristiche in termini di sicurezza, costo e prestazioni.

Per scegliere la batteria più adatta alle tue esigenze, sarà fondamentale considerare diversi fattori.

Anche in questo caso, il punto di partenza saranno i tuoi consumi energetici, ossia le opportune valutazioni su quanto consumi durante il giorno e  quali sono i momenti di picco. 

Poi, bisogna valutare la produzione del tuo impianto fotovoltaico, per sapere quanta energia puoi immagazzinare nella tua batteria.

Un altro fattore importante è l’autonomia che desideri: c’è infatti differenza tra l’aver bisogno di energia sufficiente per un intero giorno in caso di blackout, o per qualche ora di riserva: a seconda delle tue esigenze, potrai scegliere una batteria con una capacità maggiore o minore.

Infine, la profondità di scarica è un altro aspetto da considerare, poiché la batteria è un dispositivo che più lo svuoti fino alla fine, più si usura: risulta quindi importante stabilire la percentuale massima di energia che puoi estrarre dalla batteria senza danneggiarla.

Installazione e manutenzione di un impianto fotovoltaico trifase

Ora che abbiamo visto quali sono gli step per progettare un buon impianto fotovoltaico, è giunto il momento di passare alla seconda parte del processo: quella dell’installazione.

Una volta che sono stati finalmente definiti fattori imprescindibili, come la potenza dell’impianto e la tipologia di componenti e dopo aver stabilito come verranno disposti i pannelli fotovoltaici, si passa alle operazioni che conducono all’installazione dell’impianto.

Nello specifico, a questo punto, saranno necessarie altre due fasi:

  • l’adempimento delle procedure burocratiche 
  • l’effettiva messa in posa dell’impianto

Vediamo meglio nello specifico di cosa si tratta.

Impianto fotovoltaico trifase: quali sono le autorizzazioni necessarie per l’installazione 

Negli ultimi anni, tutta la parte relativa agli adempimenti burocratici per il fotovoltaico è stata notevolmente semplificata, al fine di semplificare le procedure, in precedenza più complesse e articolate. Grazie a queste nuove disposizioni, installare un impianto solare sul proprio tetto o su altre strutture è diventato un processo più agile e meno burocratizzato.

Una delle principali novità introdotte è la possibilità di installare impianti fotovoltaici con una potenza inferiore a 200 kW attraverso una procedura semplificata, senza cioè dover ottenere numerosi permessi e autorizzazioni, in modo da ridurre notevolmente i tempi e i costi necessari per realizzare l’impianto.

Quali permessi sono necessari?

In generale, per installare un impianto fotovoltaico con una potenza inferiore a 200 kW è sufficiente presentare una semplice comunicazione al gestore di rete, allegando la documentazione tecnica necessaria. Questa comunicazione, ossia il “modello unico semplificato”, contiene informazioni sull’impianto, sul proprietario e sulla connessione alla rete elettrica.

Tuttavia, è bene ricordare che, come sempre, esistono alcune eccezioni. Ad esempio, per gli impianti installati in zone soggette a vincoli paesaggistici, come centri storici o aree protette, potrebbero essere necessarie ulteriori autorizzazioni. Inoltre, per gli impianti di potenza superiore a 200 kW o per installazioni particolarmente complesse, è sempre consigliabile rivolgersi a un tecnico specializzato per valutare la fattibilità del progetto e individuare le specifiche autorizzazioni richieste.

L’installazione dei componenti dell’impianto 

Una volta ottenute le necessarie autorizzazioni, si può finalmente procedere con l’installazione vera e propria, che si articola in diverse fasi. 

Inizialmente, i tecnici specializzati provvedono al fissaggio dei moduli fotovoltaici al tetto mediante appositi sistemi di montaggio, assicurando un ancoraggio solido e sicuro: come abbiamo visto, la scelta in merito alla tipologia di supporto dipende dalla tipologia di tetto.

Successivamente, entra in gioco l’inverter: l’installazione di questo componente e il cablaggio dell’impianto devono essere eseguiti da un elettricista qualificato per garantire la massima sicurezza e conformità alle normative vigenti. 

L’ultima fase consiste nell’allacciamento dell’impianto alla rete elettrica, un passaggio che richiede l’approvazione del distributore locale (ad esempio, Enel): si tratta di una procedura che prevede l’inoltro di una richiesta formale, accompagnata dalla documentazione tecnica dell’impianto, e la stipula di un contratto che regola le modalità di scambio dell’energia prodotta.

La manutenzione dell’impianto fotovoltaico trifase

Un impianto fotovoltaico funziona attraverso l’impiego di componenti progettati per resistere alle intemperie e durare nel tempo: ad esempio, i pannelli fotovoltaici sono destinati a durare oltre 25 anni, mentre gli inverter hanno una vita media di circa 10 anni.

Si tratta, quindi, di un dispositivo che non richiede un impegno eccessivo per la sua manutenzione: in realtà, bastano pochi e semplici attenzioni per garantirti un corretto funzionamento di tutti i componenti, un rendimento eccellente e una vita lunga e duratura.

Quali sono le operazioni fondamentali per una corretta manutenzione dell’impianto? 

Innanzitutto, è importante provvedere una o due volte l’anno alla pulizia dei pannelli fotovoltaici: polveri sottili, fogliame e sporco che si depositano sulla loro superficie riducono, infatti, la capacità della luce solare di raggiungere le celle fotovoltaiche.

In altre parole, un pannello fotovoltaico sporco risulta meno efficiente.

Per ovviare a questo inconveniente, la soluzione è semplice: ti basta munirti di panno e detergente apposito e pulire delicatamente la superficie esterna.

Un altro accorgimento, per mantenere il tuo impianto sano e funzionante, è senza dubbio prendere l’abitudine di ispezionare i pannelli fotovoltaici, per verificare che non siano presenti segni di rottura o danneggiamento: è vero che sono progettati per resistere, ma talvolta una grandinata eccezionalmente violenta potrebbe causare danni. 

Se scopri un modulo fotovoltaico danneggiato, la soluzione è contattare tempestivamente il tuo installatore, che provvederà alla sua riparazione o sostituzione.

Ricorda che attraverso sistemi di monitoraggio puoi verificare il rendimento del tuo impianto nel tempo: se noti dei bruschi cali nella produzione di energia, contatta il tuo tecnico, per verificare l’origine del problema e trovare rapidamente la soluzione più idonea.

Impianto fotovoltaico trifase: gli incentivi fiscali 2025

La Legge di Bilancio 2025, attualmente in discussione, sta introducendo significative modifiche alle agevolazioni fiscali legate al settore dell’edilizia, in particolare per quanto riguarda i bonus ristrutturazioni, l’Ecobonus e il Sismabonus. Non vi sono ancora disposizioni specifiche definitive per il fotovoltaico, ma proveremo di seguito ad ipotizzare alcune evoluzioni sulla base delle tendenze emerse e delle logiche che guidano queste riforme.

Le ultime bozze della Legge di Bilancio hanno mostrato una tendenza a differenziare le aliquote e i tetti di spesa a seconda della tipologia di intervento (manutenzione ordinaria, ristrutturazione, efficientamento energetico) e del tipo di immobile (prima casa, seconda casa). 

È quindi probabile che anche per il fotovoltaico si possa assistere a un’evoluzione in questa direzione.

Nello specifico, stando alle attuali disposizioni contenute nella bozza della Legge di Bilancio, queste potrebbero essere le agevolazioni previste nel 2025:

  • Bonus ristrutturazioni, che incentiva gli interventi di recupero del patrimonio edilizio, viene confermato anche per il 2025, con alcune modifiche. Per le prime case, l’aliquota di detrazione rimane al 50% con un tetto di spesa di 96.000 euro, consentendo così di recuperare una parte consistente delle spese sostenute per ristrutturare la propria abitazione. Per le seconde case, invece, l’aliquota scende al 36% a partire dal 2025, sempre con un tetto di spesa di 96.000 euro.
  • Ecobonus: destinato a incentivare interventi di efficientamento energetico, l’Ecobonus subisce una riduzione dell’aliquota per le prime case, che passa al 50% nel 2025. Per le seconde case, l’aliquota è fissata al 36%, con massimali di spesa che variano a seconda della tipologia di intervento effettuato. Questo bonus consente di recuperare una parte delle spese sostenute per interventi come la sostituzione di impianti di riscaldamento, l’installazione di pannelli solari termici o la coibentazione degli edifici.
  • Superbonus: Il Superbonus, che ha riscosso grande successo negli ultimi anni, subisce un’ulteriore riduzione dell’aliquota, passando dal 70 al 65% a partire dal 2025. 

Speriamo che questa guida abbia risposto in maniera esaustiva ai tuoi dubbi.
Se sei giunto fin qui e ora hai le idee più chiare, la nostra missione si conclude con esito positivo: ti salutiamo, quindi, con l’augurio di ritrovarci virtualmente da queste parti.

A presto!

Domande e risposte sull’Impianto Fotovoltaico Trifase

Quali sono i vantaggi di un impianto fotovoltaico trifase?

Un impianto fotovoltaico trifase offre diversi vantaggi rispetto a uno monofase, soprattutto per utenze industriali e commerciali. Tra questi, una maggiore potenza gestibile, una distribuzione più equilibrata del carico elettrico e una minore caduta di tensione.

Quando conviene installare un impianto fotovoltaico trifase?

L’installazione di un impianto fotovoltaico trifase è consigliata quando si hanno elevati consumi elettrici, come nel caso di aziende, industrie o grandi edifici. Inoltre, se l’impianto elettrico esistente è già trifase, l’installazione risulta più semplice ed economica.

Qual è la differenza tra un impianto fotovoltaico monofase e trifase?

La principale differenza tra un impianto fotovoltaico monofase e trifase risiede nel tipo di corrente elettrica prodotta e distribuita. Un impianto monofase produce una singola fase di corrente alternata, mentre un impianto trifase ne produce tre, con uno sfasamento di 120 gradi l’una rispetto all’altra. Gli impianti trifase sono generalmente più performanti e adatti a gestire carichi elettrici elevati.

Entra a far parte del futuro energetico. Unisciti a noi per trasformare la tua casa in un’unità energetica autosufficiente producendo, accumulando e condividendo energia pulita

Autore dell'articolo

Lascia un commento