
Ecco i punti chiave di ciò che imparerai leggendo questo articolo:
- Come funziona un impianto fotovoltaico con accumulo: scoprirai le differenze tra un impianto tradizionale e uno con accumulatore, e come quest’ultimo ti offre maggiore indipendenza energetica.
- I componenti di un impianto fotovoltaico con accumulo: esplorerai nel dettaglio i pannelli fotovoltaici, gli inverter (monofase, trifase, di stringa, ecc.), le batterie di accumulo (piombo-acido, litio-ione, ecc.) e gli altri elementi essenziali.
- Come scegliere la batteria di accumulo giusta: ti guideremo nella valutazione delle diverse tipologie di batterie e delle loro caratteristiche (capacità, potenza di carica/scarica, ecc.).
- I prezzi degli impianti fotovoltaici con accumulo: avrai una panoramica dei costi medi, con esempi concreti e consigli su come valutare i preventivi e sarai aggiornato sulle agevolazioni disponibili per le aziende che investono nel fotovoltaico, come il PNRR, il Piano Transizione 5.0 e la Nuova Sabatini.
- Come dimensionare correttamente l’impianto e la batteria: imparerai i passaggi fondamentali per una progettazione efficace, dalla raccolta dati alla valutazione economica.
- Permessi e autorizzazioni necessari: sarai informato sulle procedure per l’installazione e l’allaccio dell’impianto, con un focus sull’edilizia libera e le autorizzazioni paesaggistiche.
- Manutenzione dell’impianto: riceverai consigli pratici per mantenere l’impianto efficiente nel tempo, dalla pulizia dei pannelli al monitoraggio delle prestazioni.
- Come scegliere il fornitore giusto: ti forniremo 6 consigli utili per individuare installatori qualificati e affidabili.
L’impianto fotovoltaico con accumulatore è la soluzione più diffusa e generalmente quella proposta come la più vantaggiosa per l’utente, poiché un sistema di accumulo ben dimensionato consente di ottenere un considerevole vantaggio economico nel medio e lungo periodo, in virtù di una maggiore autonomia dalla rete elettrica.
Se, infatti, con un impianto tradizionale puoi sfruttare l’autoconsumo istantaneo, usufruendo dell’energia nel momento in cui viene prodotta dall’impianto, con una batteria di accumulo hai una riserva di energia sempre a disposizione, da sfruttare al bisogno, senza bisogno di prelevare dalla rete.
In questa guida, troverai tutte le informazioni indispensabili per saperne qualcosa in più, in vista di un investimento per la tua azienda: l’obiettivo dei paragrafi che ti attendono, infatti, è proprio quello di spiegare e approfondire tutti i dubbi e le perplessità più diffusi sugli impianti fotovoltaici con accumulatore.
Visto che una delle domande più gettonate tra i clienti riguarda i prezzi, il focus dell’articolo sarà proprio su questo argomento, a cui arriveremo gradualmente, attraverso l’approfondimento di tutti i topic correlati.
Partiremo dalle basi – com’è fatto un impianto fotovoltaico con accumulo e come funziona – per aprirci via via a concetti un po’ più tecnici, come il dimensionamento corretto e la manutenzione, con l’intento di fornirti una guida semplice ed esaustiva sull’argomento.
Buona lettura!
Com’è fatto e come funziona un impianto fotovoltaico con accumulatore
Partiamo dall’impianto fotovoltaico tradizionale
Con un impianto fotovoltaico tradizionale hai a disposizione un sistema progettato per produrre energia elettrica a partire dalla luce solare.
In questo caso, l’obiettivo primario dell’impianto è l’autoconsumo istantaneo, cioè nel momento in cui l’elettricità viene prodotta.
L’ideale, in questi casi, è modificare gradualmente le proprie abitudini di consumo, riprogrammandole in base alla produzione dell’impianto: ad esempio, sarebbe buona norma spostare l’utilizzo di dispositivi ad alto consumo energetico durante le ore solari, per sfruttare al meglio l’energia prodotta istantaneamente dall’impianto.
Quando l’energia prodotta dall’impianto non viene utilizzata, viene ceduta alla rete, che, attraverso meccanismi di incentivi come il Ritiro Dedicato, si comporta come un deposito virtuale di energia, permettendo di ottenere un guadagno in base al quantitativo di energia ceduto.
Quando è necessario utilizzare dispositivi elettrici in orario serale, si può fare affidamento sulla rete elettrica: in questo caso, il prelievo verrà conteggiato sui consumi della bolletta elettrica, come avviene normalmente anche in assenza di impianto fotovoltaico.
L’impianto fotovoltaico con accumulatore: energia sempre disponibile
Con un impianto fotovoltaico con accumulatore non hai necessità di ragionare in termini di consumo istantaneo, poiché hai sempre a disposizione l’energia stoccata dalla tua batteria di accumulo: questo ti consente la massima indipendenza energetica e un risparmio in bolletta che può ammontare, secondo il GSE, anche all’80%.
Come avremo modo di vedere nel corso di questo articolo, è molto importante dimensionare correttamente sia l’impianto fotovoltaico, che il sistema di accumulo, per ottenere il massimo beneficio economico e realizzare un investimento sicuro e conveniente.
Ma procediamo con ordine e vediamo meglio quali sono i componenti di un impianto fotovoltaico con accumulatore.
Quali sono i componenti di un impianto fotovoltaico con accumulatore
I pannelli fotovoltaici
Iniziamo dai pannelli fotovoltaici il cuore pulsante dell’impianto: sono loro che catturano la luce solare e la trasformano in energia elettrica, sfruttando l’efficienza di materiali semiconduttori, come il silicio.
Proprio dalla purezza del silicio e dalla particolare disposizione dei materiali che li compongono dipende la loro efficienza: più sono efficienti, maggiore sarà la quantità di energia prodotta.
In generale, esistono diverse tipologie di moduli fotovoltaici, anche se per buona parte degli impianti la scelta principale è tra pannelli monocristallini e policristallini, che offrono performance leggermente differenti: il silicio monocristallino, in virtù della sua purezza, offre rendimento maggiore e offre una valida soluzione per tutti quei progetti di installazione che prevedono l’ottimizzazione dello spazio disponibile. Se, d’altro canto, l’obiettivo è contenere l’investimento, anche il silicio policristallino garantisce buone performance, soprattutto se spazio disponibile e condizioni ambientali sono favorevoli.
In linea generale, la preferenza di una tipologia di modulo rispetto a un’altra dipende da diverse variabili, come l’irraggiamento solare, la temperatura e il budget disponibile.
Ci torneremo nel paragrafo dedicato al dimensionamento dell’impianto fotovoltaico.
L’inverter fotovoltaico
L’inverter è un componente cruciale in un impianto fotovoltaico, responsabile della conversione della corrente continua (DC) prodotta dai pannelli solari in corrente alternata (AC), utilizzabile per le normali utenze domestiche e aziendali.
Esistono diverse tipologie di inverter, in base alle esigenze del cliente.
Inverter monofase e trifase
La scelta tra inverter monofase e trifase dipende principalmente dalla tipologia di rete elettrica a cui l’impianto è collegato e dalla potenza richiesta. Gli inverter monofase, con due connettori (fase e neutro), sono ideali per impianti residenziali o di piccole dimensioni (inferiori a 6 kW), mentre gli inverter trifase, con tre fasi separate, sono progettati per impianti di maggiore potenza, come quelli industriali o commerciali, o per abitazioni con un elevato consumo energetico e una rete trifase.
Inverter per impianti connessi alla rete
Questi inverter sono progettati per impianti collegati alla rete elettrica nazionale e si distinguono per la capacità di immettere l’energia in eccesso nella rete, consentendo agli utenti di beneficiare del servizio di Scambio sul Posto.
Tra le tipologie di inverter grid-tie, troviamo:
- Inverter di stringa: i più comuni ed economici, adatti a impianti con pannelli collegati in serie (stringhe) e con irraggiamento solare costante.
- Inverter centralizzati: utilizzati in grandi impianti, gestiscono più stringhe di pannelli, ma non consentono il monitoraggio individuale dei moduli.
- Microinverter: installati su ogni singolo pannello, permettono il monitoraggio individuale e ottimizzano la produzione, ma hanno un costo più elevato.
- Inverter ibridi: integrano la funzione di inverter di stringa con la gestione di sistemi di accumulo (batterie), consentendo l’autoconsumo e la gestione della domanda energetica.
Le caratteristiche tecniche fondamentali includono la potenza, che deve essere adeguata alla potenza dei pannelli, l’efficienza di conversione (95-99%), la tolleranza alle temperature estreme e la presenza di sistemi di monitoraggio.
L’installazione ideale prevede un luogo asciutto, ventilato e facilmente accessibile, vicino ai pannelli e al contatore, con la possibilità di ospitare future batterie. Il collegamento all’impianto domestico avviene tramite cavi DC dai pannelli e cavi AC verso l’impianto, con la possibilità di connettersi alla rete elettrica.
La scelta dell’inverter più adatto dipende dalle specifiche esigenze dell’impianto, dalla configurazione dei pannelli, dal livello di monitoraggio desiderato e dalla presenza di sistemi di accumulo.
La batteria di accumulo
Un altro componente fondamentale è la batteria di accumulo, il serbatoio dell’energia solare.
Ne esistono diverse tipologie, come quelle al litio-ione o al piombo-acido, ognuna con i suoi vantaggi e svantaggi in termini di capacità, durata e costi.
La scelta della soluzione più adatta dipende da diversi fattori, tra cui il budget disponibile, le esigenze di autonomia energetica e le caratteristiche dell’impianto fotovoltaico.
Le batterie più diffuse sul mercato sono quelle al piombo-acido e agli ioni di litio, ognuna con i propri vantaggi e svantaggi.
Le prime rappresentano una tecnologia ormai collaudata e affidabile, sono le più economiche e facili da riciclare, ma richiedono manutenzione regolare e hanno una durata di vita limitata. Le batterie agli ioni di litio, invece, sono più costose, ma offrono una maggiore densità energetica, una durata di vita più lunga e non necessitano di manutenzione.
Oltre a queste due tipologie, esistono anche le batterie al nichel-cadmio, utilizzate principalmente in applicazioni su larga scala per la loro robustezza e capacità di operare a temperature estreme, e le batterie a flusso, una tecnologia emergente adatta a installazioni di grandi dimensioni grazie alla loro elevata durata e sicurezza.
Per quanto riguarda l’accoppiamento con l’impianto fotovoltaico, le batterie possono essere accoppiate in DC o AC: nel primo caso, offrono una soluzione che garantisce maggiore efficienza e convenienza in fase di installazione, ma richiedono un inverter ibrido compatibile. Le batterie accoppiate in AC, invece, sono più semplici da integrare in impianti esistenti, ma presentano una minore efficienza a causa delle multiple conversioni di corrente.
Cavi e connettori
Infine, non dimentichiamo i cavi e i connettori, che collegano tutti i componenti dell’impianto, e i dispositivi di sicurezza, come interruttori e fusibili, che proteggono l’impianto da sovraccarichi e cortocircuiti.
Ognuno di questi componenti svolge un ruolo cruciale nel garantire il corretto funzionamento dell’impianto fotovoltaico con accumulo. La scelta dei materiali, il dimensionamento dell’impianto e l’installazione professionale sono tutti fattori che influenzano l’efficienza e la durata nel tempo del sistema.

Impianto fotovoltaico con accumulatore: quale batteria di accumulo scegliere?
La scelta della tecnologia di accumulo più adatta dipende da diversi fattori, tra cui il budget, le esigenze di autonomia energetica e le caratteristiche specifiche dell’impianto.
Di seguito, un’analisi dettagliata delle principali tipologie di batterie disponibili sul mercato:
Batterie al piombo-acido
Questa tecnologia, tra le più mature e collaudate, si distingue per il costo relativamente basso e la facilità di riciclaggio. Tuttavia, le batterie al piombo-acido richiedono una manutenzione periodica, hanno una durata di vita limitata e una profondità di scarica (DoD) inferiore rispetto ad altre tecnologie.
Esistono diverse varianti di batterie al piombo-acido, tra cui:
- Batterie a celle umide (allagate): la variante più tradizionale, economica ma che richiede manutenzione periodica (controllo dei livelli dell’elettrolita).
- Batterie al gel: una variante sigillata, che non richiede manutenzione e resiste meglio alle temperature estreme, ma è sensibile al sovraccarico.
- Batterie AGM (Absorbent Glass Mat): anch’esse sigillate e senza manutenzione, offrono una buona resistenza alle temperature estreme e una DoD leggermente superiore, ma sono più costose.
Batterie agli ioni di litio
Le batterie agli ioni di litio rappresentano la tecnologia di accumulo più diffusa nei sistemi fotovoltaici residenziali e commerciali, grazie alla loro elevata densità energetica, lunga durata e manutenzione ridotta. Sebbene il costo iniziale sia più elevato rispetto alle batterie al piombo-acido, i vantaggi in termini di prestazioni e durata le rendono una scelta conveniente nel lungo periodo.
Tra le diverse chimiche delle batterie agli ioni di litio, le più comuni sono:
- Litio ferro fosfato (LFP): considerate tra le più sicure e affidabili, con una lunga durata (fino a 6.000 cicli) e una DoD elevata (fino al 100%). Sono ideali per applicazioni residenziali e commerciali.
- Litio nichel manganese cobalto ossido (NMC): offrono una buona densità energetica e prestazioni a basse temperature, ma sono più difficili da riciclare e hanno una durata leggermente inferiore rispetto alle LFP.
Batterie al nichel-cadmio
Queste batterie, robuste e resistenti alle temperature estreme, sono utilizzate principalmente in applicazioni su larga scala, come impianti di utility. Tuttavia, il loro costo elevato, la difficoltà di riciclaggio e l’effetto memoria (che riduce la capacità di carica) ne limitano l’utilizzo in ambito residenziale.
Batterie a flusso
Le batterie a flusso rappresentano una tecnologia emergente, caratterizzata da una lunga durata (fino a 4.000 cicli), elevata sicurezza e manutenzione ridotta. Tuttavia, il costo iniziale elevato e la bassa densità energetica le rendono adatte principalmente a installazioni di grandi dimensioni, come sistemi off-grid o applicazioni industriali.
Come scegliere la batteria di accumulo: le caratteristiche da valutare
La scelta di una batteria di accumulo per il proprio impianto fotovoltaico rappresenta un investimento significativo, mirato a massimizzare l’autoconsumo e ridurre la dipendenza dalla rete elettrica. Oltre alla tipologia di batteria (litio-ione, piombo-acido, ecc.), è fondamentale valutare alcune caratteristiche che ne determinano performance e durata. In particolare, tre parametri rivestono un’importanza cruciale: la capacità, la potenza di carica/scarica e la tipologia di accumulo.
Capacità di accumulo
La capacità di una batteria, misurata in kilowattora (kWh), indica la quantità di energia che può immagazzinare.
Un dimensionamento corretto è essenziale per soddisfare il fabbisogno energetico dell’abitazione, soprattutto durante i periodi di bassa produzione solare. Una regola pratica consiste nel dimensionare la capacità della batteria al doppio della potenza dell’impianto fotovoltaico. Ad esempio, un impianto da 5 kW dovrebbe essere abbinato a una batteria da 10 kWh.
Tuttavia, è importante considerare che la capacità è solo uno dei fattori da valutare.
Potenza di carica e scarica
La potenza di carica e scarica, espressa in kilowatt (kW), determina la velocità con cui la batteria può essere caricata e scaricata.
Una potenza adeguata è fondamentale per sfruttare appieno l’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico e per soddisfare i picchi di consumo dell’abitazione. Se la potenza di carica è inferiore alla produzione dell’impianto, parte dell’energia verrà immessa in rete anziché accumulata. Allo stesso modo, se la potenza di scarica è inferiore al consumo dell’abitazione, sarà necessario prelevare energia dalla rete. Pertanto, è essenziale scegliere una batteria con una potenza di carica e scarica adeguata alle proprie esigenze.
Tipologia di accumulo
La tipologia di accumulo si riferisce alla tecnologia utilizzata per immagazzinare l’energia. Le batterie possono essere installate sul lato in corrente continua (DC) o in corrente alternata (AC) dell’impianto fotovoltaico. Le batterie DC, installate prima dell’inverter, offrono una maggiore efficienza in quanto evitano le perdite di conversione. Le batterie AC, installate dopo l’inverter, sono più comuni nei sistemi di retrofit, ovvero quando si aggiunge una batteria a un impianto esistente.
Impianto fotovoltaico con accumulatore: prezzi
Giungiamo, quindi, alla parte clou di questa guida: i prezzi dell’impianto fotovoltaico con accumulatore.
Partiamo col dire che fornire una stima dei costi di un impianto fotovoltaico con accumulatore non è così semplice come sembra.
A rendere la questione complessa è il coinvolgimento di più variabili, che incidono notevolmente sul costo finale dell’impianto fotovoltaico.
Ad esempio, c’è differenza tra installare un impianto fotovoltaico da 10 kWp e uno da 50 kWp: sicuramente il primo richiede un investimento più contenuto, ma il secondo ha un costo finale più basso, se ragioniamo in termini di singolo kWp.
Nel prezzo finale dell’impianto fotovoltaico con accumulatore entrano in gioco anche altri fattori, come la qualità dei componenti scelti, la potenza del sistema di accumulo, la complessità dell’installazione e l’accesso a eventuali bonus o agevolazioni fiscali.
I prezzi degli impianti fotovoltaici con accumulatore: qualche dato
In media, il costo varia da 0,90 €/W a 1,50 €/W, ma per impianti di piccole dimensioni (10-100 kW) si aggira tra 1,25 €/W e 1,50 €/W.
La dimensione dell’impianto è un fattore determinante: impianti più grandi, necessari per soddisfare esigenze energetiche elevate, richiedono un maggior numero di pannelli e un sistema di accumulo proporzionato. Ad esempio, un impianto da 50 kW può costare tra 70.000 e 90.000 euro, ma il prezzo può variare in base alla qualità dei componenti.
Le batterie rappresentano un altro elemento chiave del costo totale: come abbiamo visto, sono diverse le tipologie disponibili e le loro caratteristiche influenzano notevolmente il costo finale dell’impianto.
Ad esempio, le batterie al litio, efficienti e durature, sono generalmente preferite dalle aziende, ma hanno un costo più elevato rispetto alle batterie al piombo-acido: una batteria al litio da 20 kWh può costare tra 10.000 e 15.000 euro, mentre sistemi più complessi da 50 kWh possono superare i 40.000 euro.
Impianti fotovoltaici con accumulatore 2025: approfitta di incentivi e detrazioni fiscali per le aziende
Se stai pensando di installare un impianto fotovoltaico con accumulatore per la tua azienda, il 2025 è l’anno giusto per approfittare di agevolazioni e incentivi fiscali proposti dal Governo per accelerare la transizione energetica.
Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha ufficializzato, attraverso il Decreto n. 341 dell’8 ottobre 2024, lo stanziamento di oltre un miliardo di euro, per sostenere le imprese del Mezzogiorno nell’installazione di impianti fotovoltaici in aree industriali, artigianali e produttive.
Parallelamente, il PNRR offre un contributo a fondo perduto fino al 40% delle spese per impianti fino a 1 MW, con importi variabili in base alla potenza installata, rendendo l’energia solare accessibile a progetti di ogni dimensione.
Il Piano Transizione 5.0 eleva ulteriormente l’asticella, incrementando i crediti d’imposta per gli investimenti fotovoltaici e portando la soglia massima a 10 milioni di euro, un’opportunità imperdibile per chi punta a grandi impianti.
Intanto, la Nuova Sabatini continua a essere un pilastro per l’acquisto di impianti fotovoltaici, offrendo contributi per abbattere gli interessi sui finanziamenti bancari, mentre il Conto Termico, ora giunto alla sua versione 3.0, con l’estensione a nuovi beneficiari, supporta i privati che combinano il fotovoltaico con interventi di efficientamento energetico anche su edifici non residenziali.
Il dimensionamento dell’impianto fotovoltaico e della batteria di accumulo: così ti garantisci il meglio
Progettazione di un impianto fotovoltaico aziendale: massimizzare l’efficienza e il risparmio
Un concetto che sicuramente sarà chiarissimo è questo: un impianto fotovoltaico con accumulo può rappresentare davvero una scelta strategica per la tua azienda, soprattutto se l’obiettivo è ridurre i costi energetici, migliorare la propria impronta ambientale e aumentare la propria indipendenza energetica.
Considera anche la possibilità di migliorare la tua immagine aziendale, facendo breccia nel cuore dei consumatori più attenti e sensibili alle tematiche ambientali.
Dunque, parliamo di un investimento che ti porterà tantissimi benefici concreti.
Tuttavia, per ottenere il massimo da questo investimento, è fondamentale una progettazione accurata, che tenga conto di diversi fattori e che dia come risultato l’installazione di un impianto opportunamente dimensionato, in grado di far fronte alle tue reali esigenze energetiche.
Vediamo, quindi, di seguito quali sono i passaggi cruciali della progettazione del tuo impianto fotovoltaico aziendale.
Punto di partenza? Analisi preliminare per definire obiettivi e limiti
Prima di iniziare la progettazione, è essenziale definire chiaramente gli obiettivi dell’azienda: vuoi ridurre i costi? Ti interessa concentrarti sulla questione della sostenibilità e dell’indipendenza energetica?
Parallelamente, è necessario identificare i vincoli del progetto: budget, spazio e vincoli normativi.
Una chiara comprensione di tutti questi aspetti permetterà di orientare le scelte progettuali verso la soluzione più adatta alle esigenze aziendali.
Secondo step: raccolta e analisi dei dati
Una volta definiti obiettivi e vincoli, è necessario raccogliere dati dettagliati: consumi energetici, irraggiamento solare e caratteristiche dell’edificio. L’analisi dei consumi energetici, attraverso le bollette degli ultimi 12 mesi, permette di individuare i consumi medi, i picchi e la distribuzione oraria e stagionale. La valutazione dell’irraggiamento solare, considerando l’orientamento e l’inclinazione del tetto o della superficie disponibile, è fondamentale per stimare la produzione energetica dell’impianto. Infine, la rilevazione delle caratteristiche dell’edificio, come dimensioni e tipologia del tetto, presenza di ombreggiamenti e distanza dal punto di connessione alla rete, permette di valutare la fattibilità tecnica dell’installazione.
Dimensionamento del sistema
Sulla base dei dati raccolti, è possibile procedere al dimensionamento del sistema: potenza dell’impianto, scelta dei moduli, dimensionamento dell’inverter e sistemi di accumulo.
Il calcolo della potenza necessaria per coprire il fabbisogno energetico, considerando le perdite di efficienza e la variabilità della produzione solare, è un passaggio cruciale. La scelta dei moduli fotovoltaici, in base all’efficienza, alla potenza, alla garanzia e alle dimensioni, permette di ottimizzare l’utilizzo dello spazio disponibile. Il dimensionamento dell’inverter, scegliendo la potenza adeguata all’impianto e considerando il tipo di connessione alla rete, è fondamentale per garantire la corretta conversione dell’energia prodotta. Infine, la valutazione della necessità e della dimensione delle batterie, in base all’autonomia desiderata e ai profili di consumo, permette di garantire l’indipendenza energetica durante i periodi di bassa produzione solare.
Progettazione dell’installazione
La progettazione dell’installazione comprende la scelta della struttura di supporto, il layout dei pannelli, il cablaggio e connessione alla rete. La scelta della tipologia di montaggio, in base alle caratteristiche dell’edificio e del terreno, permette di ottimizzare l’orientamento e l’inclinazione dei pannelli. Il layout dei pannelli, ottimizzando la disposizione dei moduli per massimizzare la produzione e ridurre le perdite per ombreggiamento, è fondamentale per garantire l’efficienza dell’impianto. Il cablaggio, progettato per minimizzare le perdite di energia e garantire la sicurezza dell’impianto, è un aspetto cruciale.
Infine, la definizione del punto di connessione e delle modalità di scambio con la rete elettrica permette di garantire la corretta immissione dell’energia prodotta.
Valutazione economica
In fase di progettazione di un impianto aziendale, effettuare una valutazione economica dell’investimento, considerando costi di installazione, risparmi energetici, incentivi fiscali e tempo di ritorno dell’investimento è importante quanto la definizione di tutte le variabili in gioco.
Si parte da una stima dei costi di installazione, inclusi i costi dei materiali, della manodopera e delle pratiche amministrative, per valutare attentamente l’entità dell’investimento iniziale.
Si procede, poi, con un calcolo dei risparmi sulla bolletta elettrica, considerando l’autoconsumo e la vendita dell’energia in eccesso, per avere dati abbastanza attendibili sul ritorno economico dell’investimento, con la valutazione della possibilità di accedere a incentivi statali o regionali per ridurre i costi iniziali.
Infine, si procede al calcolo del tempo necessario per recuperare l’investimento iniziale, in modo da ragionare sulla redditività del progetto nel lungo periodo.
Tutti questi calcoli vengono inseriti all’interno del preventivo: vengono effettuati attraverso l’impiego di sofisticati software che permettono di effettuare delle simulazioni sulla base dei componenti scelti e delle caratteristiche del sito di installazione, in modo da ottenere risultati molto realistici, abbastanza affidabili e utilissimi per fare delle valutazioni sulla convenienza concreta dell’investimento.
Permessi e autorizzazioni: cosa devi sapere prima di installare il tuo impianto fotovoltaico con accumulatore
Quando si parla di installazione di impianti fotovoltaici, è fondamentale prestare attenzione alle autorizzazioni necessarie, per evitare spiacevoli conseguenze.
In questa sezione, dunque, scopriamo insieme qualcosa in più sulle autorizzazioni necessarie e sulle modalità di allaccio dell’impianto alla rete elettrica nazionale.
La buona notizia: il fotovoltaico è edilizia libera
L’articolo 9 del Decreto Energia aveva introdotto semplificazioni per l’installazione di impianti fotovoltaici su edifici esistenti, snellendo la procedura per l’ottenimento dei permessi. In pratica, l’installazione di impianti fotovoltaici rientra nei lavori di manutenzione ordinaria: è a tutti gli effetti edilizia libera e non richiede particolari permessi.
Tuttavia, la recente sentenza del Consiglio di Stato (n. 8113/2024) ha chiarito che tali semplificazioni sono valide solo in assenza di incrementi di volume o di superfici non strettamente legati alla funzione degli impianti.
In altre parole, è consentita l’edilizia libera per il fotovoltaico solo se non si realizzano nuove costruzioni o ampliamenti mascherati.
Oltre alle autorizzazioni edilizie, è necessario, però, considerare anche l’impatto paesaggistico dell’installazione: è importante, dunque, verificare che il sito di installazione non sia soggetto a vincoli paesaggistici.
Infatti, il Consiglio di Stato ha evidenziato la necessità di valutare l’ambiente, per evitare che i nuovi impianti alterino eccessivamente il paesaggio. In caso contrario, le opere saranno considerate abusive.
Pertanto, abbi cura di informare adeguatamente e, se necessario, richiedere le autorizzazioni paesaggistiche, prima di procedere con l’installazione di un impianto fotovoltaico.
L’allaccio dell’impianto fotovoltaico: come si fa?
L’allaccio di un impianto fotovoltaico alla rete elettrica nazionale rappresenta il passaggio cruciale per sfruttare appieno l’energia solare prodotta. Questo processo, che consente di immettere l’energia in eccesso nella rete e di prelevarla quando necessario, si articola in due percorsi distinti: l’iter semplificato e l’iter ordinario. La scelta tra i due dipende da specifici requisiti tecnici e amministrativi.
L’iter semplificato, più rapido ed economico, è riservato agli impianti domestici di potenza inferiore a 20 kWp, collegati a contatori preesistenti e non soggetti a vincoli paesaggistici. Questo percorso prevede una serie di passaggi, dalla richiesta di connessione al distributore di rete alla convalida dell’RdE (Regolamento di Esercizio), con tempi di attesa variabili a seconda delle eventuali richieste del Comune. Il costo di questo iter si aggira intorno ai 122 euro, ma può aumentare in caso di approvazione paesaggistica.
L’iter ordinario, invece, è necessario per gli impianti che non rientrano nei requisiti dell’iter semplificato. In questo caso, è richiesta la presentazione di una serie di documenti, tra cui la planimetria catastale e la richiesta di preventivo di connessione, e prevede tempi di attesa simili all’iter semplificato, con due passaggi aggiuntivi: la richiesta di connessione alla rete e l’invio del preventivo di connessione da parte del distributore. I costi dell’iter ordinario variano in base alla potenza dell’impianto, con un costo del preventivo che può andare da 36,60 euro per impianti fino a 6 kW a 2.500 euro per impianti superiori a 1000 kW, e oneri di connessione complessivi che variano da 122 a 300 euro per impianti residenziali.
Manutenzione dell’impianto fotovoltaico con accumulatore: così allunghi la vita utile del tuo impianto
L’impianto fotovoltaico è un insieme di componenti progettato per resistere a lungo, senza bisogno di particolari operazioni di manutenzione. In pratica, i pannelli fotovoltaici e tutte le parti che compongono l’impianto non hanno bisogno di particolari cure o attenzione, proprio perché sono strutturati per resistere a lungo e garantire performance stabili nel tempo, senza necessità di intervento costante da parte dell’utente.
Insomma, un impianto fotovoltaico rappresenta un investimento sicuro e senza pensieri, a patto di rispettare delle piccole operazioni di manutenzione periodica, che hanno il semplice scopo di prevenire guasti e malfunzionamenti, mantenendo funzionamento dei componenti e performance dell’impianto stabili nel tempo.
Le operazioni da pianificare sono semplici e poco dispendiose.
Per garantirti un impianto sempre efficiente e funzionante, ti basta programmare una pulizia annuale dei moduli fotovoltaici, al fine di eliminare dalla loro superficie polvere, sporco e fogliame che potrebbero ridurre l’assorbimento di luce solare.
Allo stesso tempo, è buona norma verificare l’integrità dei pannelli, poiché eventi eccezionali, come grandinate molto violente, potrebbero danneggiarne la superficie, compromettendo la loro efficienza.
Molto utile è anche effettuare un monitoraggio periodico delle performance: attraverso semplici app, dalla fruizione intuitiva e immediata, è possibile verificare la produttività dell’impianto nel corso del tempo, individuando con facilità eventuali cali di rendimento, che potrebbero essere indizio di guasti e malfunzionamenti del sistema.
In caso di anomalie particolari, ti consigliamo di contattare un tecnico specializzato, per individuare la causa del problema e intervenire velocemente per ripristinare il corretto funzionamento di tutti i componenti.
Come scegliere il fornitore giusto per l’installazione del tuo impianto fotovoltaico in 6 passi
La scelta dell’installatore giusto per il tuo impianto fotovoltaico è una decisione cruciale che influenzerà l’efficienza, la sicurezza e la durata del tuo investimento. Con la crescente popolarità dell’energia solare, è fondamentale individuare professionisti qualificati e affidabili.
Vediamo, quindi, 6 consigli utili per trovare il professionista giusto!
1. Conoscenza di base per un acquisto informato e consapevole
Prima di iniziare la ricerca, acquisisci familiarità con i concetti fondamentali dell’energia solare, come i sistemi grid-tie, off-grid, AC e DC e incentivi fiscali. In sostanza, se hai letto questo articolo, lo stai già facendo e sei già a buon punto: questa conoscenza ti permetterà di valutare meglio le competenze degli installatori e di porre le domande giuste.
2. Passaparola e ricerca online: informati sui tuoi potenziali partner
Inizia chiedendo consigli a amici e vicini che hanno già installato impianti fotovoltaici. Le loro esperienze dirette possono fornirti informazioni preziose e più attendibili rispetto alle recensioni online, proprio perché a darti consigli sono persone che conosci realmente e che non avrebbero interesse nel fornirti informazioni false.
In alternativa, cerca online recensioni e feedback su installatori di impianti fotovoltaici, prestando attenzione a eventuali reclami o problemi ricorrenti. Parti da uno sguardo accurato al sito dell’azienda scelta: verifica casi studio, eventuali recensioni, marchi installati e tutto quello che può fornirti informazioni utili per capire chi hai di fronte.
3. Verifica le credenziali dell’azienda
Assicurati che l’installatore possieda le certificazioni e le licenze necessarie, come l’abilitazione FER tramite visura camerale, che attesta la competenza dell’installatore nell’installazione di impianti fotovoltaici.
Ricorda che l’abilitazione FER, è una qualifica professionale fondamentale per gli installatori di impianti alimentati da fonti energetiche rinnovabili, come fotovoltaico, solare termico, pompe di calore e biomasse. Introdotto dal Decreto Legislativo 28/2011, questo patentino attesta la competenza dell’installatore nell’operare su tali impianti, garantendo la sicurezza, l’efficienza energetica e la tutela ambientale.
Oltre a rappresentare una garanzia di professionalità e competenza, sia per l’installatore che per il cliente, che può così beneficiare di un impianto sicuro, efficiente e conforme alle normative vigenti, è il requisito imprescindibile per accedere a bonus e detrazioni fiscali.
4. Presta attenzione a esperienza e stabilità
Scegli un installatore con almeno tre anni di esperienza nel settore e che utilizzi subappaltatori qualificati. Verifica che l’azienda sia stabile finanziariamente e che abbia un codice ATECO di riferimento per l’installazione di impianti fotovoltaici da almeno tre anni.
5. Non dimenticare di controllare le garanzie e i contratti
Richiedi preventivi dettagliati a più aziende, confrontando costi, attrezzature, specifiche del sistema e garanzie. Assicurati che il contratto includa tutte le informazioni concordate, come il programma di pagamento, le date di inizio e fine dei lavori, l’elenco delle attrezzature e dei subappaltatori.
6. Permessi e installazione: accertati di non dover avere altri pensieri
Verifica che l’installatore si occupi delle pratiche per l’ottenimento dei permessi necessari presso le autorità locali e chiedi informazioni sui tempi previsti per l’installazione e sulle procedure di collaudo e messa in funzione dell’impianto.
Domande frequenti sull’impianto fotovoltaico con accumulatore
Quali sono i vantaggi di un impianto fotovoltaico con accumulo?
I vantaggi di un impianto fotovoltaico con accumulo includono una maggiore indipendenza energetica, la possibilità di utilizzare l’energia solare anche durante le ore notturne o in caso di interruzioni di corrente, e la riduzione della dipendenza dalla rete elettrica. Inoltre, l’accumulo permette di ottimizzare l’autoconsumo e di sfruttare al meglio l’energia prodotta dall’impianto.
Come funziona un impianto fotovoltaico con accumulo?
Un impianto fotovoltaico con accumulo funziona immagazzinando l’energia prodotta dai pannelli solari in eccesso in un sistema di batterie. Quando l’impianto non produce energia sufficiente, come di notte o in giornate nuvolose, l’energia immagazzinata nelle batterie viene utilizzata per alimentare l’abitazione o l’azienda. Questo sistema permette di massimizzare l’autoconsumo e di ridurre la dipendenza dalla rete elettrica.
Quali sono i fattori da considerare nella scelta di un sistema di accumulo per il fotovoltaico?
Nella scelta di un sistema di accumulo per il fotovoltaico, è importante considerare la capacità delle batterie, la potenza di carica e scarica, la tecnologia delle batterie (litio-ione, piombo-acido, ecc.), la durata e la garanzia. Inoltre, è fondamentale valutare la compatibilità con l’impianto fotovoltaico esistente e le proprie esigenze di consumo energetico.