Certificazione impianti fotovoltaici: guida completa alla sicurezza e alla qualità

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Indice dell'Articolo

Cosa apprenderai leggendo questo articolo

  • Normative e permessi: capirai le diverse procedure amministrative per l’installazione di impianti fotovoltaici: attività libera, procedura abilitativa semplificata (PAS) e autorizzazione unica (AU)..
  • Vincoli paesaggistici: imparerai a identificare la presenza di vincoli paesaggistici e le relative normative (articoli 136 e 142 del Decreto Legislativo 42/2004).
  • Norme di sicurezza (CEI): conoscerai le normative CEI 0-21 e CEI 0-16 e la loro applicazione in base alla potenza e al tipo di connessione dell’impianto. Inoltre, comprenderai l’importanza della conformità alle norme CEI per la sicurezza e l’efficienza degli impianti.
  • Certificazione FER: vedremo perché è fondamentale l’abilitazione FER (Fonti Energia Rinnovabile) per le aziende installatrici. Inoltre, conoscerai i requisiti e le procedure per ottenere e mantenere la certificazione FER.

Quando si installa un impianto fotovoltaico aziendale, è fondamentale prestare attenzione alle norme di sicurezza e alle certificazioni obbligatorie per le aziende installatrici.

Questo perché ogni fase del processo di installazione è soggetta a obblighi e regole, che ne garantiscono non solo la conformità, ma anche il corretto funzionamento e la sicurezza del sito di installazione e dei fruitori dell’impianto.

Quando entriamo nel campo degli obblighi e dei regolamenti, ci avventuriamo in aspetti tecnici, fatti di sigle, di numeri, norme ed eccezioni, che sicuramente rendono la materia apparentemente poco accessibile e poco entusiasmante.

Se sei finito in questa pagina dedicata alla Certificazione degli impianti fotovoltaici, probabilmente sei qui per comprendere meglio come assicurarti che l’impianto installato dalla tua azienda sia conforme agli obblighi e alle norme previste.

Per venire incontro alle tue esigenze, abbiamo realizzato questa guida completa, che ti farà luce sul complesso mondo delle normative e degli obblighi previsti per l’installazione degli impianti fotovoltaici.

Nei paragrafi che seguono, troverai tutte le leggi di riferimento e tutto ciò che è bene sapere prima di installare il tuo impianto fotovoltaico aziendale, in modo da avere estrema consapevolezza di ogni fase del processo, evitando imprevisti e brutte sorprese.

Certificazione impianti fotovoltaici: quali sono le norme di riferimento per poter installare un impianto fotovoltaico

Partiamo da un elemento che proprio non può essere lasciato in secondo piano, quando si considera l’installazione di un impianto fotovoltaico: i permessi per l’installazione.

L’argomento è abbastanza caldo, poiché il D.Lgs. 190/2024 ha di recente abrogato alcuni articoli del precedente D.Lgs. 17/2022, il cosiddetto “Decreto Bollette”, che emanava una serie di decreti legge al fine di delineare le misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali.

Erano già contemplate delle semplificazioni per l’installazione di impianti fotovoltaici, considerando “Edilizia Libera” buona parte degli interventi di installazione e manutenzione di impianti fotovoltaici, in base alla potenza degli impianti e al sito di installazione.

Poi è arrivato il Decreto Legislativo 25 novembre 2024, n. 190, definito “Testo Unico sulle Rinnovabili”, con l’obiettivo di dare coerenza a tutti gli aspetti burocratici ed amministrativi della materia, finora molto frammentaria.

Nel paragrafo successivo, vedremo meglio nel dettaglio come si articola la questione dei permessi per l’installazione di impianti fotovoltaici.

Testo unico sulle rinnovabili: quando è attività libera e quando è necessaria l’Autorizzazione Unica?

L’installazione di impianti fotovoltaici in Italia è regolamentata da tre principali regimi amministrativi, definiti dall’articolo 6 del Testo Unico Rinnovabili: attività libera, procedura abilitativa semplificata (PAS) e autorizzazione unica (AU). Questi regimi variano in base alla potenza dell’impianto e alla sua ubicazione, con l’obiettivo di semplificare le procedure per gli impianti di minori dimensioni e di garantire un controllo più accurato per quelli di maggiore impatto.

Il regime di Attività Libera

Il regime di attività libera, disciplinato dall’articolo 7 del Testo Unico Rinnovabili, consente l’installazione di impianti di potenza limitata senza la necessità di permessi o autorizzazioni specifiche. 

Rientrano in questa categoria gli impianti fotovoltaici fino a 12 MW integrati su coperture di edifici esistenti, gli impianti fino a 1 MW installati a terra fuori dalla zona A (centri storici) e gli impianti fino a 5 MW installati a terra in aree industriali, artigianali e commerciali. 

Tuttavia, è fondamentale che tali interventi siano compatibili con gli strumenti urbanistici e i regolamenti edilizi vigenti, e che il proponente abbia la disponibilità dell’area interessata. 

Sono esclusi dal regime di attività libera gli interventi su beni tutelati o in aree naturali protette, per i quali è richiesta la procedura abilitativa semplificata o l’autorizzazione unica.

A questo dedicheremo più avanti un paragrafo specifico.

La Procedura Semplificata

La procedura abilitativa semplificata (PAS), definita dall’articolo 8 del Testo Unico Rinnovabili, si applica agli impianti di potenza intermedia, come gli impianti fotovoltaici fino a 10 MW installati in aree idonee o in sostituzione di coperture in amianto o gli impianti impianti solari fotovoltaici di potenza compresa tra 5 e 15 MW installati a terra nelle aree a destinazione industriale, artigianale e commerciale.

Ti interessa installare un impianto fotovoltaico per la tua azienda agricola? Qui trovi un articolo approfondito dove parliamo in maniera dettagliata del bando fotovoltaico per le aziende agricole!

La PAS prevede la presentazione di un progetto al comune tramite la piattaforma SUER, corredato da asseverazioni tecniche e dalla dichiarazione di disponibilità dell’area. In assenza di un diniego espresso entro 30 giorni, il titolo abilitativo si intende perfezionato. Tuttavia, in presenza di vincoli paesaggistici o ambientali, è necessaria l’acquisizione di atti di assenso entro 45 giorni.

L’autorizzazione Unica

L’autorizzazione unica (AU), disciplinata dall’articolo 9 del Testo Unico Rinnovabili, è richiesta per gli impianti di maggiore potenza, come gli impianti fotovoltaici tra 1 e 300 MW.

In questo caso, la procedura prevede la presentazione di una domanda al comune tramite la piattaforma SUER, corredata da documentazione e elaborati progettuali, inclusi quelli per la valutazione di impatto ambientale (VIA) e paesaggistica. 

Entro 10 giorni dalla verifica della documentazione, è convocata una conferenza di servizi, e la determinazione motivata favorevole costituisce il provvedimento autorizzatorio unico, comprensivo di tutti gli atti di assenso necessari. 

Per gli impianti di potenza superiore a 300 MW e per gli impianti off-shore, l’autorizzazione è di competenza statale, previa intesa con le regioni interessate.

Qui trovi il testo integrale del Decreto.

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Approfondimento certificazione impianti fotovoltaici: i vincoli paesaggistici

L’installazione di impianti fotovoltaici in Italia, pur essendo incentivata per la transizione energetica, è soggetta a vincoli paesaggistici che mirano a preservare il patrimonio culturale e naturale del territorio. 

Del resto, la tutela del paesaggio in Italia ha radici profonde, risalenti alla legge Bottai del 1939 e all’articolo 9 della Costituzione, che lo riconosce come bene comune. 

La legge Galasso del 1985 ha segnato una svolta, seguita dal Testo Unico per l’edilizia (1999) e dal Codice dei beni paesaggistici (2004), che rimane il riferimento normativo. Il DPR 31/2017 ha ulteriormente definito le procedure e le esclusioni: un’evoluzione legislativa ha creato un quadro complesso, dove la protezione del patrimonio paesaggistico si intreccia con le esigenze di sviluppo sostenibile, come l’installazione di impianti fotovoltaici.

Per questo, per le aziende del settore, è essenziale comprendere e gestire questi vincoli per evitare ritardi e complicazioni nei progetti.

Prima di procedere all’installazione di un impianto fotovoltaico aziendale, il primo passo consiste nell‘identificare se l’area di installazione è soggetta a vincoli paesaggistici: un passaggio che può essere fatto consultando la cartografia comunale o regionale, oppure rivolgendosi a un tecnico specializzato. 

In presenza di un vincolo paesaggistico, l’installazione di un impianto fotovoltaico richiede un’attenzione particolare. Gli articoli 136 e 142 del Decreto Legislativo 42/2004 definiscono due tipologie di vincoli: il primo tutela immobili e aree di notevole interesse storico-artistico, il secondo aree tutelate per legge, come coste e montagne.

Se il sito di installazione rientra nell’articolo 136, il vincolo è più restrittivo e richiede l’intervento di un tecnico abilitato, mentre per l’articolo 142, i vincoli sono più diffusi. In entrambi i casi, le procedure paesaggistiche si dividono in ordinaria (100-120 giorni) e semplificata (60-75 giorni), con tempi variabili.

Per l’installazione del tuo impianto fotovoltaico aziendale, affidati a tecnici esperti che possano gestire le pratiche autorizzative e fornirti consigli sulle soluzioni più adatte al contesto paesaggistico, restando aggiornati sulle normative in materia, che possono subire modifiche nel tempo.

Certificazione impianti fotovoltaici: tieni d’occhio il rispetto delle norme di sicurezza

Le normative di riferimento in merito alla sicurezza degli impianti fotovoltaici sono le norme CEI 0-21 e CEI 0-16, che svolgono un ruolo cruciale nel garantire la sicurezza e l’efficienza degli impianti elettrici, in particolare quelli fotovoltaici. 

Queste norme sono redatte dal CEI (Comitato Elettrotecnico italiano).

Qualche informazione sull’organismo che stabilisce le norme di sicurezza degli impianti fotovoltaici

Fondato nel lontano 1909, il Comitato Elettrotecnico Italiano è l’organismo che si occupa di creare le norme tecniche nei settori relativi a elettricità, elettronica e telecomunicazioni, ponendosi come guida di tutti coloro che lavorano con l’elettricità, l’elettronica e le telecomunicazioni, garantendo che i prodotti, i processi e gli impianti siano realizzati “a regola d’arte”.

Il CEI non è solo un’istituzione italiana, ma è riconosciuto anche in Europa e nel mondo, grazie alla sua appartenenza a organizzazioni internazionali come IEC e CENELEC: questo significa che le norme CEI sono in linea con gli standard globali, facilitando lo scambio di tecnologie e prodotti tra paesi.

Ma chi sono i membri del CEI? 

Sono esperti provenienti da tutti i settori: enti pubblici e privati, università, centri di ricerca, aziende e associazioni, per un totale di oltre 3.000 persone che mettono a disposizione la loro esperienza per creare norme che siano il frutto del consenso e della collaborazione di tutti.

In realtà, CEI non si limita a scrivere norme, ma promuove anche la cultura tecnico-scientifica attraverso corsi di formazione, pubblicazioni e certificazioni, con l’obiettivo di rendere la tecnologia accessibile a tutti, garantendo al contempo la sicurezza e l’affidabilità dei prodotti e degli impianti.

Le norme CEI 0-21 e 0-16

La norma CEI 0-21 si applica agli impianti collegati alla rete di distribuzione in bassa tensione (BT), rivolgendosi sia a utenti privati che aziendali. 

La sua applicazione varia in base alla potenza dell’impianto: per impianti fino a 11,08 kW è prevista una procedura semplificata, mentre per quelli tra 11,08 kW e 20 kW si applica la norma completa. 

Gli impianti con potenza superiore a 20 kW richiedono, inoltre, un sistema di telecontrollo e telegestione. 

La norma CEI 0-16, invece, riguarda gli impianti connessi alla rete di media tensione (MT) o alta tensione (AT), tipicamente quelli con potenza superiore a 100 kWp, anche se non mancano eccezioni. 

Entrambe le normative definiscono limiti e tolleranze per l’energia immessa in rete, requisiti per le protezioni, standard di sicurezza elettrica, specifiche per i Sistemi di Protezione Interfaccia (SPI) e obblighi di monitoraggio e controllo remoto. 

Nel contesto dei sistemi di accumulo, le norme CEI stabiliscono i criteri per l’installazione, la progettazione, la sicurezza in caso di emergenza e la protezione contro il rischio di incendio o esplosione. 

Certificazione impianti fotovoltaici: quando acquisti, presta attenzione a questi elementi

Dunque, la conformità alle normative CEI è un punto cruciale: ogni componente deve rispettare gli standard italiani, potenzialmente più stringenti di quelli europei. 

Ti consigliamo di verificare sempre la compatibilità tecnica tra i vari elementi dell’impianto e richiedi le certificazioni CEI 0-21 o CEI 0-16, a seconda della tipologia di connessione alla rete. 

Non dimenticare la Dichiarazione di Conformità, completa di dati identificativi del firmatario o autenticazione notarile. 

Per i sistemi di accumulo, ricorda che la dichiarazione riguarda l’intero sistema inverter-batteria, non la sola batteria: per questo, controlla attentamente i requisiti tecnici specificati nella dichiarazione, che devono includere dati dettagliati su inverter e accumulo. 

Vuoi maggiori informazioni sui componenti del tuo impianto fotovoltaico aziendale? In questo articolo, parliamo dei migliori pannelli fotovoltaici!

Certificazioni impianti fotovoltaici: attenzione alla certificazione FER

Quando si decide di installare un impianto fotovoltaico, è fondamentale non solo valutare, come abbiamo appena visto, la qualità dei componenti e le certificazioni CEI che li accompagnano, ma anche assicurarsi che l’azienda installatrice sia adeguatamente abilitata. 

In qualità di committente, hai il dovere di verificare che i professionisti a cui ti affidi possiedano le competenze e le certificazioni necessarie per operare nel settore delle energie rinnovabili.

L’abilitazione FER (Fonti Energia Rinnovabile) è un requisito essenziale per chiunque operi nell’installazione e manutenzione di impianti alimentati da fonti rinnovabili, come il fotovoltaico. 

Introdotta dal Decreto Legislativo 28/2011, questa certificazione attesta che i professionisti hanno seguito un percorso di formazione specifico e sono aggiornati sulle normative e le tecnologie del settore. 

In particolare, il decreto prevede un aggiornamento formativo obbligatorio di 16 o 24 ore ogni 3 anni per mantenere l’abilitazione: un elemento che garantisce la capacità degli installatori di essere sempre al passo con le ultime novità e le migliori pratiche nel campo delle energie rinnovabili.

Ma perché è così importante che l’azienda installatrice sia in possesso dell’abilitazione FER? Innanzitutto, senza questa abilitazione, l’installatore non è autorizzato a rilasciare la Dichiarazione di Conformità (DM 37/08) o il Libretto d’Impianto di Climatizzazione Estiva e Invernale (DPR 74/2013) per gli impianti che includono apparecchiature FER, documenti sono fondamentali per attestare la conformità dell’impianto alle normative vigenti e per garantire la sicurezza e l’efficienza dell’installazione. 

Inoltre, solo con l’abilitazione FER, l’impiantista può certificare gli impianti e consentire ai clienti di beneficiare degli incentivi fiscali.

Insomma.se ti affidi a un’azienda non abilitata FER rischi di non poter accedere a questi incentivi e di avere un impianto non conforme alle normative, con conseguenti problemi di sicurezza e di funzionamento.

Per verificare che un’azienda sia abilitata FER, puoi richiedere una visura camerale, un documento che riporti le qualifiche e le abilitazioni dell’azienda. 

In particolare, verifica la presenza dell’attestato per fonti e energie rinnovabili, con l’indicazione della macro tipologia (elettrica o termoidraulica) e della data di conseguimento e rinnovo: questo attestato, insieme all’anzianità dell’azienda e al codice ATECO relativo all’installazione di impianti fotovoltaici, sono indicatori importanti dell’affidabilità e della competenza dell’azienda.

Approfondimento: la procedura per ottenere la certificazione FER per impianti fotovoltaici

Per ottenere l’abilitazione FER, i responsabili tecnici delle aziende installatrici devono possedere specifici titoli di studio o esperienze lavorative. 

In particolare, sono già abilitati i laureati in materie tecniche e i diplomati tecnici superiori in efficienza energetica. Anche i diplomati di scuola secondaria specialistica con due anni di esperienza nel settore e gli operai specializzati con tre anni di esperienza possono ottenere l’abilitazione FER.

Tuttavia, chi ha conseguito l’abilitazione dopo il 4 agosto 2013 deve frequentare un corso di formazione iniziale di 80 ore.

Indipendentemente dal percorso seguito per ottenere l’abilitazione, tutti i professionisti FER sono tenuti a frequentare corsi di aggiornamento triennali per mantenere la qualifica. 

Inoltre, a partire dal 1° gennaio 2022, l’abilitazione FER deve essere esplicitamente indicata nella visura camerale dell’azienda installatrice.

Ricorda che la titolarità di un’azienda nel settore elettrico non garantisce automaticamente l’abilitazione FER: i I titolari d’azienda, così come i soci collaboratori e i familiari che svolgono attività tecniche, non possono ottenere l’abilitazione FER sulla base della sola titolarità o collaborazione, ma devono invece soddisfare i requisiti di titolo di studio o esperienza lavorativa, e in alcuni casi frequentare il corso di formazione iniziale.

Domande e risposte sulla certificazione per impianti fotovoltaici

Qual è la normativa di riferimento per l’installazione di impianti fotovoltaici?

La normativa di riferimento per l’installazione di impianti fotovoltaici è contenuta nel Decreto Legge n. 17/2022, conosciuto anche come Decreto bollette, una misura legislativa adottata per promuovere la transizione energetica degli immobili. 

Quanti kW si possono installare senza permessi?

Secondo il Decreto Legislativo 190/2024, è possibile installare senza permessi:
– Impianti fotovoltaici fino a 12 MW su coperture esistenti.
– Impianti fotovoltaici fino a 1 MW a terra fuori dai centri storici (zona A) e fino a 12 MW su edifici esistenti.
– Impianti fotovoltaici fino a 5 MW a terra in aree industriali, artigianali e commerciali.
– Impianti agrivoltaici fino a 5 MW.

Quali sono le norme CEI per gli impianti fotovoltaici?

Le normative CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano) forniscono le linee guida essenziali per l’installazione di impianti fotovoltaici, garantendo sicurezza ed efficienza. In particolare, devi seguire le norme CEI 0-21 e CEI 0-16, a seconda della potenza e del tipo di connessione dell’impianto.

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