
Leggendo questo articolo, imparerai:
- I molteplici vantaggi di integrare una batteria di accumulo al tuo impianto fotovoltaico aziendale.
Scoprirai come massimizzare l’autoconsumo e il risparmio energetico, proteggere la tua attività dalle fluttuazioni dei prezzi dell’energia, migliorare l’immagine della tua azienda in termini di sostenibilità, garantire la continuità operativa in caso di interruzioni di corrente e valorizzare ulteriormente il tuo investimento nel fotovoltaico.
- Le principali agevolazioni fiscali per l’acquisto di impianti fotovoltaici con batterie di accumulo nel 2025 dedicate alle aziende.
Saranno illustrate nel dettaglio le opportunità offerte dal Piano Transizione 5.0, dalla Nuova Sabatini (inclusa la Sabatini Green) e dallo Sportello Autoproduzione di Energia Rinnovabile per le PMI (PNRR), con un focus specifico su cosa finanziano, a chi spettano e come accedervi.
- Le caratteristiche e i benefici del Bando Agrivoltaico 2025.
Se la tua azienda opera nel settore agricolo, comprenderai come questa misura, anch’essa finanziata dal PNRR, supporta l’installazione di sistemi agrivoltaici innovativi, integrando la produzione di energia solare con l’attività agricola e zootecnica.
- Le novità e le opportunità del Conto Termico 2.0 per gli impianti fotovoltaici con sistemi di accumulo.
Anche se in attesa del Conto Termico 3.0, capirai come il Conto Termico 2.0 continua a incentivare interventi per l’efficienza energetica e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili, inclusi gli impianti fotovoltaici con batterie di accumulo, e quali sono i soggetti beneficiari e le modalità di accesso.
- Una panoramica completa e aggiornata sugli incentivi disponibili nel 2025 per ottimizzare il tuo investimento in batterie per impianti fotovoltaici.
Avrai a disposizione una guida pratica per orientarti tra le diverse misure, comprendere i requisiti e le procedure per beneficiare delle agevolazioni più adatte alle esigenze della tua impresa.
Una batteria per l’impianto fotovoltaico è sicuramente la soluzione giusta per portare il tuo risparmio e la tua indipendenza energetica al livello successivo!
Questi dispositivi intelligenti non sono semplici accumulatori di energia, ma diventano veri e propri strumenti strategici, perché consentono alla tua impresa di ottenere diversi vantaggi, non soltanto economici.
In un contesto in cui la gestione oculata delle risorse e la responsabilità ambientale diventano imperativi competitivi, comprendere le opportunità legate alle batterie fotovoltaiche e agli incentivi disponibili rappresenta un vantaggio cruciale per la crescita e l’immagine della tua azienda..
Nei paragrafi che stai per leggere, abbiamo condensato tutte le informazioni indispensabili per aiutarti nella realizzazione di un investimento davvero conveniente.
Questo articolo, infatti, sarà dedicata proprio agli incentivi 2025 per l’acquisto di impianto fotovolaico e batteria di accumulo, con tutti gli aggiornamenti in merito alle diverse opportunità attualmente disponibili per le aziende.
Prima di arrivare al cuore della questione, però, riflettermo brevemente sui vantaggi delle batterie di accumulo fotovoltaico.
Perché integrare un sistema di accumulo al tuo impianto fotovoltaico?
La risposta a questa domanda potrebbe essere semplice: perché una batteria per il fotovoltaico ti permette di ottenere una maggiore autonomia dalla rete elettrica, aiutandoti a risparmiare ancora di più sui tuoi consumi.
Ma noi vogliamo entrare nel dettaglio, comprendendo, punto per punto, quali sono i vantaggi reali di un impianto fotovoltaico aziendale dotato di sistema di accumulo.
Una batteria di accumulo fotovoltaico di aiuta a massimizzare l’autoconsumo e il risparmio energetico
I benefici che derivano da questa sinergia tra produzione solare e stoccaggio intelligente sono molteplici e profondi, toccando aspetti economici, ambientali e operativi della tua attività aziendale.
Uno dei pilastri fondamentali di questa trasformazione è rappresentato dalla massimizzazione dell’autoconsumo e dalla conseguente riduzione dei costi energetici.
L’energia solare prodotta dal tuo impianto durante le ore di irraggiamento, se non interamente consumata in tempo reale, viene tradizionalmente immessa nella rete elettrica. Con l’aggiunta di una batteria, questa energia preziosa non va dispersa, ma viene catturata e conservata per essere rilasciata quando il tuo fabbisogno energetico lo richiede, tipicamente nelle ore serali o durante i periodi di minore produzione solare. Questo meccanismo intelligente riduce in modo significativo la tua dipendenza dall’acquisto di energia dalla rete, con un impatto tangibile sulla bolletta elettrica.
Con un sistema di accumulo correttamente dimensionato puoi alimentare le tue attività, i tuoi macchinari, i tuoi uffici con energia pulita e gratuita, autoprodotta e autoconsumata, trasformando ogni singolo raggio di sole in un vantaggio economico concreto.
Proteggi la tua azienda dalle variazioni di prezzo dell’energia
Un ulteriore beneficio di notevole importanza è la protezione dall’incessante volatilità dei prezzi dell’energia.
Il mercato energetico è notoriamente soggetto a fluttuazioni, spesso imprevedibili, che possono incidere significativamente sui costi operativi della tua azienda.
Un sistema di accumulo ti consente di avere in dotazione un serbatoio di energia, che non viene intaccato dalle variazioni di prezzo.
Questa capacità di gestione flessibile ti conferisce una maggiore stabilità finanziaria e una migliore prevedibilità delle spese energetiche, elementi cruciali per una pianificazione aziendale oculata e a lungo termine.
Una batteria di accumulo fotovoltaico contribuisce a migliorare l’immagine aziendale
In un’epoca di crescente sensibilità alle tematiche ambientali, l’adozione di un sistema fotovoltaico con accumulo rafforza in modo significativo il profilo di responsabilità ambientale della tua azienda.
Utilizzando in misura maggiore l’energia solare autoprodotta, riduci la tua impronta di carbonio e contribuisci attivamente alla transizione verso un modello energetico più sostenibile.
Questo impegno verso la tutela dell’ambiente non solo è eticamente lodevole, ma può anche tradursi in un vantaggio competitivo in termini di immagine aziendale, comunicando all’esterno quei valori che attirano clienti e partner sempre più attenti alle pratiche sostenibili, e potenziali benefici in termini di accesso a finanziamenti e agevolazioni per le imprese “green”.
Oggigiorno mostrare un concreto impegno per la sostenibilità ambientale diventa sempre più un potente strumento di comunicazione e differenziazione, in un momento storico in cui i consumatori sono sempre più attenti e sensibili alle tematiche ambientali.
Una batteria di accumulo fotovoltaico ti garantisce continuità operativa e resilienza energetica
Non trascurabile è il vantaggio legato alla garanzia di continuità operativa in caso di interruzioni di corrente.
Sebbene le interruzioni di fornitura elettrica siano eventi abbastanza rari in gran parte d’Italia, il loro impatto sulle attività aziendali può essere significativo, causando perdite di produzione, danni a apparecchiature sensibili e disagi operativi.
Un sistema di accumulo, in caso di blackout, può fungere da alimentazione di backup, garantendo il funzionamento di apparecchiature critiche, sistemi di sicurezza, illuminazione di emergenza e processi produttivi essenziali per un periodo di tempo determinato dalla capacità della batteria. Tutto ciò si traduce in una maggiore affidabilità operativa e in una riduzione del rischio di perdite economiche dovute a interruzioni impreviste.
Un sistema di accumulo ti permette di valorizzare il tuo investimento nel fotovoltaico
L’integrazione di una batteria valorizza ulteriormente il tuo investimento iniziale nel fotovoltaico.
Un impianto fotovoltaico senza accumulo è limitato alla produzione e al consumo contestuale di energia solare; secondo il GSE con l’autoconsumo istantaneo si raggiunge il 30% di indipendenza energetica.
Aggiungendo una batteria per il fotovoltaico dimensionata sulle esigenze della tua azienda, estendi l’utilizzo dell’energia autoprodotta anche nelle ore in cui l’impianto non è attivo, puoi superare l’80% di indipendenza energetica, massimizzando il ritorno economico del tuo investimento nel tempo e rendendo il tuo sistema energetico più completo, efficiente e indipendente.

Batteria per l’impianto fotovoltaico: quali sono gli incentivi 2025 per le aziende?
In un contesto europeo che spinge verso modelli produttivi più sostenibili e rispettosi dell’ambiente, le aziende si trovano di fronte a un ventaglio di scelte strategiche finalizzate a integrare fonti di energia rinnovabile nei propri cicli operativi: dalle soluzioni per l’autoproduzione all’adozione di tecnologie a basso impatto ambientale, il cammino verso una maggiore efficienza energetica e una ridotta impronta carbonica è costellato di possibilità concrete.
In questo scenario dinamico, la Legge di Bilancio 2025 ha introdotto delle interessanti novità che semplificano e incentivano ulteriormente l’impegno delle imprese verso la sostenibilità.
Qui abbiamo parlato approfonditamente anche dei tagli agli incentivi per il fotovoltaico.
Attraverso mirate modifiche e la razionalizzazione di alcune procedure, la manovra finanziaria ha disegnato un quadro che vuole favorire gli investimenti in energie rinnovabili, con un’attenzione particolare al settore fotovoltaico.
Un elemento centrale di questa strategia è rappresentato dal Piano Transizione 5.0, un ambizioso programma che stanzia risorse considerevoli per sostenere la duplice transizione digitale ed ecologica del tessuto produttivo italiano.
Le disposizioni introdotte dalla Legge di Bilancio 2025 apportano aggiornamenti cruciali a questo piano, rendendo ancora più vantaggioso per le aziende investire in impianti fotovoltaici di ultima generazione, con un occhio di riguardo per i moduli prodotti in Europa.
Nei prossimi paragrafi, esploreremo nel dettaglio le agevolazioni fiscali previste per le imprese nel 2025, offrendo una panoramica chiara e completa delle opportunità di detrazione disponibili per l’adozione di impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo energetico.
Partiremo proprio da qui: dal Piano Transizione 5.0!
Il Piano Transizione 5.0
Questa iniziativa governativa, concepita in complementarità con il precedente Piano Transizione 4.0, si configura come un ambizioso progetto volto a infondere nuova vitalità nel tessuto imprenditoriale nazionale, stanziando una considerevole dotazione finanziaria di 12,7 miliardi di euro per il biennio 2024-2025. In particolare, con uno stanziamento specifico di 6,3 miliardi di euro, il Piano Transizione 5.0 mira a innescare una profonda metamorfosi dei processi produttivi, rispondendo con lungimiranza alle sfide gemelle rappresentate dalla rivoluzione digitale e dalla sostenibilità ambientale, in linea con gli obiettivi delineati dal piano REPowerEU.
Il fondamento normativo di questa misura risiede nell’articolo 38 del Decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19, convertito con modificazioni dalla Legge 29 aprile 2024, n. 56, il quale ha istituito un meccanismo di credito d’imposta per le imprese che intraprendono nuovi investimenti, a partire dal 1° gennaio 2024 e fino al 31 dicembre 2025, destinati a strutture produttive ubicate sul territorio nazionale.
Il beneficio economico è concesso a coloro che realizzano progetti di innovazione che comportino una tangibile riduzione dei consumi energetici, quantificabile in almeno il 3% a livello di struttura produttiva o, in alternativa, in non meno del 5% per i processi specificamente interessati dall’investimento.
Come abbiamo già anticipato, la Legge di Bilancio ha introdotto degli elementi di novità, che hanno ampliato la portata del Piano e semplificato le procedure di accesso. Tra le novità più rilevanti spiccano l’estensione delle possibilità di cumulo con altre agevolazioni, inclusi i fondi europei, purché non si sovrappongano alle medesime quote di costo, e la rimodulazione degli scaglioni di investimento, con un’unificazione delle prime due fasce fino a 10 milioni di euro e l’applicazione delle aliquote più elevate precedentemente previste per la sola fascia inferiore.
Anche il regime delle maggiorazioni per gli impianti fotovoltaici è stato rivisto, introducendo incrementi più consistenti in base alla tipologia dei moduli.
Cosa Finanzia il Piano Transizione 5.0
Il Piano Transizione 5.0 dispiega il suo sostegno finanziario attraverso un ventaglio di investimenti strategici.
In primis, sono agevolati gli acquisti di beni materiali e immateriali funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale delle imprese secondo il paradigma di Industria 4.0.
È opportuno sottolineare che, ai fini del Piano 5.0, l’ambito dei beni immateriali si estende a comprendere i software, i sistemi, le piattaforme o le applicazioni per l’intelligenza degli impianti che assicurano il monitoraggio continuo e la visualizzazione dei consumi energetici e dell’energia autoprodotta e autoconsumata (Energy Dashboarding), nonché i software per la gestione d’impresa se acquisiti congiuntamente ai suddetti strumenti di intelligenza impiantistica.
Inoltre, il Piano incentiva l’acquisizione di beni materiali finalizzati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinata all’autoconsumo, ad eccezione delle biomasse, includendo anche gli impianti per lo stoccaggio dell’energia prodotta.
Un elemento cruciale del Piano è il riconoscimento delle spese per la formazione del personale, entro il limite del 10% degli investimenti effettuati nei beni strumentali e con un tetto massimo di 300 mila euro, purché tali attività formative siano focalizzate sull’acquisizione di competenze utili alla transizione dei processi produttivi.
A chi spetta
Il credito d’imposta previsto dal Piano Transizione 5.0 è accessibile a un’ampia platea di beneficiari.
Possono fruire dell’agevolazione tutte le imprese residenti in Italia e le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, indipendentemente dalla loro forma giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalle dimensioni aziendali e dal regime fiscale adottato per la determinazione del reddito d’impresa.
In via alternativa, il credito d’imposta può essere riconosciuto alle società di servizi energetici (ESCo) certificate da un organismo accreditato, per i progetti di innovazione realizzati presso l’azienda cliente. La normativa vigente individua specifici casi di esclusione, tra cui le imprese in situazione di difficoltà finanziaria o destinatarie di sanzioni interdittive, e richiede il rispetto delle normative in materia di sicurezza sul lavoro e di regolarità contributiva.
Come Accedere al Piano Transizione 5.0
La procedura per accedere alle agevolazioni del Piano Transizione 5.0 si articola in diverse fasi, culminando nella fruizione del credito d’imposta.
Inizialmente, è necessario ottenere una certificazione “Ex ante”, rilasciata da Esperti in Gestione dell’Energia (EGE), Energy Service Company (ESCo) o professionisti abilitati (ingegneri, periti industriali), che attesti la riduzione dei consumi energetici conseguibile grazie agli investimenti pianificati.
Successivamente, le imprese devono presentare una Comunicazione preventiva al Gestore dei Servizi Energetici (GSE) tramite l’apposita Piattaforma Informatica “Transizione 5.0”, accessibile tramite SPID dal sito del GSE, allegando la certificazione ex ante. Le comunicazioni preventive sono valutate dal GSE in ordine cronologico di invio, verificando la completezza della documentazione e il rispetto del limite massimo dei costi ammissibili per singola impresa.
Entro trenta giorni dalla conferma del credito prenotato, l’impresa è tenuta a trasmettere una Comunicazione relativa all’effettuazione degli ordini, comprovante l’accettazione degli ordini da parte del venditore e l’avvenuto pagamento di un acconto pari ad almeno il 20% del costo totale degli investimenti.
A completamento del progetto di innovazione, l’impresa deve inviare una Comunicazione di completamento, corredata da una certificazione “Ex post” che attesti l’effettiva realizzazione degli investimenti in conformità alla certificazione iniziale.
Il credito d’imposta così maturato può essere utilizzato esclusivamente in compensazione, tramite modello F24 presentato unicamente attraverso i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate, decorsi dieci giorni dalla comunicazione delle imprese beneficiarie all’Agenzia stessa da parte del GSE.
L’utilizzo del credito è consentito in una o più quote entro il 31 dicembre 2025, mentre l’eventuale ammontare non utilizzato entro tale data potrà essere fruito in cinque quote annuali di pari importo.
Batteria per il fotovoltaico: le agevolazioni previste dalla Nuova Sabatini
Questa misura, promossa con lungimiranza dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy , si configura come un agevole canale di accesso al credito, con l’obiettivo primario di incentivare l’acquisto o l’acquisizione in leasing di macchinari, impianti e attrezzature di ultima generazione.
Grazie al significativo rifinanziamento di 1,7 miliardi di euro, deliberato dalla Legge di Bilancio 2025 e distribuito nel quinquennio 2025-2029, la Nuova Sabatini assicura una continuità operativa di vitale importanza, confermando l’impegno nel promuovere la digitalizzazione, l’innovazione tecnologica e, con particolare attenzione, la transizione ecologica del tessuto imprenditoriale italiano.
L’erogazione del contributo, ora semplificata in un’unica soluzione indipendentemente dall’importo finanziato, testimonia una rinnovata sensibilità verso le esigenze di liquidità immediata delle imprese, snellendo un processo che in passato poteva risultare oneroso in termini di tempo e burocrazia.
La riconferma della “Sabatini Green”, con la sua premialità per gli investimenti a basso impatto ambientale, sottolinea ulteriormente l’orientamento verso una crescita sostenibile e responsabile.
Cosa Finanzia
La Nuova Sabatini dispiega il suo sostegno finanziario attraverso un ampio spettro di investimenti strategici, mirati a modernizzare e potenziare le capacità produttive delle PMI.
Rientrano tra le spese ammissibili l’acquisto, o l’acquisizione tramite leasing finanziario, di beni strumentali nuovi di fabbrica ad uso produttivo, che comprendono macchinari, impianti, attrezzature industriali e commerciali, nonché hardware. Un’attenzione particolare è riservata all’innovazione digitale, con l’inclusione di software e tecnologie digitali destinati a strutture produttive esistenti o di nuova realizzazione.
La misura incentiva anche gli investimenti 4.0, focalizzati sull’acquisizione di beni materiali e immateriali di ultima generazione, finalizzati all’implementazione di tecnologie avanzate quali big data, cloud computing, banda ultralarga, cybersecurity, robotica avanzata e meccatronica, realtà aumentata, manifattura 4D e sistemi di tracciamento e pesatura dei rifiuti.
Infine, con la “Sabatini Green”, vengono sostenuti gli investimenti green, concernenti l’acquisto o il leasing di macchinari, impianti e attrezzature nuovi di fabbrica a basso impatto ambientale, inseriti in programmi volti a migliorare l’ecosostenibilità dei prodotti e dei processi produttivi.
Nota: alcune categorie di spesa, come l’acquisto di terreni e fabbricati, beni usati o rigenerati, immobilizzazioni in corso e acconti, non sono considerate ammissibili.
A chi spetta
La platea dei beneficiari della Nuova Sabatini 2025 è costituita dalle micro, piccole e medie imprese (MPMI) che soddisfano specifici requisiti. Le imprese devono essere regolarmente costituite e iscritte nel Registro delle Imprese, non devono trovarsi in stato di liquidazione volontaria o essere sottoposte a procedure concorsuali. È inoltre necessario che abbiano una sede legale o operativa in Italia e che siano nel pieno e libero esercizio dei propri diritti. La misura si rivolge a un’ampia gamma di settori produttivi, con l’esclusione principale delle attività finanziarie e assicurative. Pertanto, imprese operanti nei settori manifatturiero, artigianale, agricolo e in molti altri comparti possono accedere a questa opportunità per rinnovare il proprio parco tecnologico e migliorare la propria efficienza operativa.
Come accedervi
L’iter per accedere ai benefici della Nuova Sabatini prevede alcuni passaggi fondamentali. Inizialmente, l’impresa interessata deve individuare un istituto finanziario (banca o intermediario finanziario) che abbia aderito alla convenzione stipulata tra il MIMIT, l’Associazione Bancaria Italiana (ABI) e la Cassa Depositi e Prestiti (CDP). Successivamente, è necessario presentare una domanda di agevolazione all’istituto finanziario scelto, utilizzando la modulistica ufficiale disponibile sul sito del MIMIT e allegando tutta la documentazione richiesta a supporto dell’investimento che si intende realizzare. La banca provvederà a valutare la richiesta di finanziamento e, in caso di esito positivo, comunicherà al MIMIT l’avvenuta concessione del finanziamento. A questo punto, dopo l’approvazione e l’erogazione del finanziamento da parte dell’istituto bancario, l’impresa dovrà presentare al MIMIT la domanda per ottenere il contributo statale sugli interessi del finanziamento stesso. Infine, il MIMIT provvederà all’erogazione del contributo direttamente sul conto corrente dell’impresa beneficiaria.
La recente semplificazione del processo, con l’erogazione del contributo in un’unica soluzione, mira a rendere l’accesso all’agevolazione più rapido ed efficiente, consentendo alle PMI di concretizzare i propri progetti di investimento con maggiore celerità e di beneficiare in tempi più brevi delle risorse finanziarie messe a disposizione.
Lo Sportello Autoproduzione di Energia Rinnovabile per le PMI
Questa iniziativa, finanziata con risorse del PNRR e disciplinata dal decreto direttoriale del 14 marzo 2025, offre un concreto sostegno ai programmi di investimento delle piccole e medie imprese volti all’autoproduzione di energia elettrica attraverso l’impiego di impianti solari fotovoltaici o minieolici.
L’intento primario è quello di promuovere l’autoconsumo immediato e l’adozione di sistemi di accumulo/stoccaggio dell’energia, consentendo alle PMI di ridurre la propria dipendenza dalla rete elettrica tradizionale e di contribuire attivamente alla decarbonizzazione del sistema energetico nazionale.
Con una dotazione finanziaria complessiva di 320 milioni di euro, questa misura rappresenta un’opportunità significativa per le PMI desiderose di intraprendere un percorso di maggiore autonomia energetica e sostenibilità ambientale.
Un aspetto di notevole rilevanza è la riserva di una quota consistente delle risorse (il 40%) alle imprese operanti nelle regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia) e un ulteriore 40% specificamente destinato alle micro e piccole imprese, allo scopo di supportare le realtà imprenditoriali più vulnerabili e di ridurre i divari territoriali. Le agevolazioni, concesse sotto forma di contributo in conto impianti, rappresentano un incentivo tangibile per superare le barriere iniziali all’investimento e per favorire l’adozione di tecnologie pulite e innovative.
Cosa Finanzia
Sono considerate ammissibili le spese, sostenute a partire dalla data di presentazione della domanda e relative a una sola unità produttiva del soggetto proponente, per l’acquisto, l’installazione e la messa in esercizio di beni materiali nuovi strumentali, con un focus specifico sugli impianti solari fotovoltaici o minieolici. Rientrano tra le spese finanziabili le apparecchiature e le tecnologie digitali strettamente funzionali all’operatività degli impianti, nonché i sistemi di stoccaggio dell’energia prodotta, essenziali per l’autoconsumo differito.
Un ulteriore elemento di incentivazione è rappresentato dalla possibilità di finanziare la diagnosi energetica ex-ante, propedeutica alla pianificazione degli interventi, con una copertura fino al 50% dei costi sostenuti. L’ammontare complessivo delle spese ammissibili per ciascun programma di investimento deve essere compreso tra un minimo di 30 mila euro e un massimo di un milione di euro.
A chi spetta
Il bando si rivolge alle piccole e medie imprese (PMI) operanti sull’intero territorio nazionale, con alcune specifiche esclusioni. Non possono beneficiare delle agevolazioni le imprese attive nel settore carbonifero e quelle impegnate nella produzione primaria di prodotti agricoli e della pesca e dell’acquacoltura. Un requisito fondamentale per l’ammissibilità è che l’attività dell’impresa non comprometta il rispetto del principio DNSH (Do No Significant Harm), in conformità all’articolo 17 del regolamento (UE) n. 852/2020. Questo principio mira a garantire che gli investimenti finanziati non arrechino un danno significativo agli obiettivi ambientali dell’Unione Europea.
Come accedervi
Le domande di agevolazione devono essere presentate esclusivamente in formato elettronico, attraverso la piattaforma informatica appositamente predisposta nella sezione dedicata del sito internet Invitalia. Lo sportello per la presentazione delle domande sarà operativo a partire dalle ore 12:00 del giorno 4 aprile 2025 e fino alle ore 12:00 del giorno 5 maggio 2025. Le agevolazioni saranno concesse sulla base di una procedura valutativa a graduatoria, e verranno assegnate ai programmi di investimento che presentano spese ammissibili comprese tra 30 mila e un milione di euro, nella misura massima del 30% per le medie imprese e del 40% per le micro e piccole imprese.
È prevista inoltre una maggiorazione del 30% per l’eventuale componente aggiuntiva di stoccaggio dell’energia elettrica e una copertura del 50% per i costi della diagnosi energetica. È pertanto cruciale per le PMI interessate preparare accuratamente la documentazione richiesta e presentare la domanda entro i termini stabiliti, al fine di poter accedere a questa importante opportunità di sostegno per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili.
Batterie per il fotovoltaico: gli incentivi per l’Agrivoltaico
l Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha annunciato la riapertura dei termini per l’accesso agli incentivi previsti dal Bando Sviluppo Agrivoltaico. Questa decisione, formalizzata attraverso il Decreto Direttoriale n° 123 del 27 marzo 2025, giunge come una risposta concreta alla necessità di impiegare integralmente le risorse finanziarie stanziate per promuovere una sinergia virtuosa tra il settore agricolo e la produzione di energia solare. L’iniziativa mira a favorire la diffusione di sistemi agrivoltaici innovativi, capaci di garantire la continuità delle attività agricole e pastorali sui terreni interessati dall’installazione degli impianti fotovoltaici, ottimizzando al contempo lo sfruttamento della risorsa solare per la generazione di energia pulita. Forte del successo della precedente tornata, che ha visto una significativa adesione da parte degli operatori del settore, la riapertura del bando rappresenta una seconda, preziosa opportunità per accedere a contributi in conto capitale e a tariffe incentivanti, con l’obiettivo ambizioso di installare una notevole capacità di nuova energia verde e di stimolare una produzione annua considerevole. La riapertura, fissata per il 1° aprile 2025, testimonia l’impegno del governo nel perseguire con determinazione gli obiettivi di sostenibilità e di resilienza energetica previsti dal PNRR, incoraggiando un modello di sviluppo che integri sapientemente le esigenze del settore primario con le impellenti sfide della transizione ecologica.
Cosa Finanzia
Il Decreto Agrivoltaico (D.M. 436/2023) prevede un generoso ventaglio di spese ammissibili per la realizzazione di sistemi agrivoltaici innovativi. Tra queste spiccano la realizzazione degli impianti agrivoltaici avanzati, comprensivi di moduli fotovoltaici, inverter, strutture di montaggio, sistemi di orientamento e componentistica elettrica. Sono altresì finanziabili la fornitura e la posa in opera di sistemi di accumulo, cruciali per ottimizzare l’autoconsumo dell’energia prodotta. Un elemento distintivo del provvedimento è il sostegno all’implementazione di attrezzature per il sistema di monitoraggio, come previsto dalle Linee Guida CREA-GSE, inclusi i software necessari alla gestione dell’impianto. Ulteriormente, sono ammesse le spese per la connessione alla rete elettrica nazionale, le opere edili strettamente necessarie, l’acquisto, il trasporto e l’installazione di macchinari, impianti e attrezzature hardware e software, unitamente ai costi per la loro messa in esercizio. Il decreto non trascura le fasi preliminari all’investimento, includendo tra le spese finanziabili gli studi di prefattibilità e le attività preliminari, le progettazioni, le indagini geologiche e geotecniche, la direzione lavori, la sicurezza, l’assistenza giornaliera e la contabilità lavori, nonché i collaudi tecnici e/o tecnico-amministrativi, le consulenze e il supporto tecnico-amministrativo. È importante sottolineare che le spese relative agli studi e alle consulenze sono finanziabili in misura non superiore al 10% dell’importo ammesso al finanziamento.
A chi spetta
Il Bando Agrivoltaico 2025 si rivolge principalmente agli agricoltori e agli imprenditori agricoli, che possono partecipare sia individualmente che in forma di società o cooperative agricole. Sono ammesse anche le associazioni temporanee di imprese (ATI) costituite da due o più imprenditori agricoli e/o società agricole, cooperative agricole e simili. Un’ulteriore categoria di beneficiari è rappresentata dalle associazioni temporanee di imprese (ATI) composte da almeno un soggetto operante nel settore agricolo, come definito precedentemente. Un requisito fondamentale per l’accesso alle agevolazioni è che gli impianti di produzione di energia elettrica siano di nuova costruzione e abbiano una potenza nominale superiore a 1 kW. Inoltre, alla data di presentazione della domanda, deve risultare accettato in via definitiva il preventivo di connessione alla rete elettrica dell’impianto agrivoltaico. Analogamente ad altre misure del PNRR, è imprescindibile il rispetto del principio di “non arrecare danno significativo agli obiettivi ambientali” (DNSH).
Come accedervi
L’accesso agli incentivi per l’agrivoltaico avviene attraverso due distinte tipologie di procedure selettive: l’iscrizione in appositi Registri e la partecipazione a procedure competitive di Aste.
Le procedure di registro sono riservate alle iniziative promosse da operatori del settore agricolo per la realizzazione di impianti agrivoltaici con una potenza fino a 1 MW.
Le procedure competitive ad asta, invece, sono aperte a impianti di qualsiasi potenza realizzati da imprenditori agricoli e loro aggregazioni, o da associazioni temporanee di impresa che includano almeno un imprenditore agricolo.
Entrambe le procedure si svolgono in modalità telematica, attraverso il Portale Agrivoltaico disponibile sul sito del Gestore dei Servizi Energetici (GSE). Per ciascuna tipologia di procedura (Registri/Aste), è previsto un bando (avviso pubblico) che definisce il contingente di potenza disponibile, i criteri di selezione e le modalità di presentazione delle richieste di partecipazione.
La riapertura dei termini per la presentazione delle istanze, sia per i Registri che per le Aste, è fissata a partire dalle ore 12:00 del 1° aprile 2025, e le domande potranno essere presentate esclusivamente per via telematica tramite il portale dedicato del GSE.
È previsto un unico periodo di presentazione delle istanze, che si concluderà decorsi 90 giorni dall’apertura.
Le iniziative selezionate saranno inserite in apposite graduatorie, tenendo conto dei criteri specifici previsti dal D.M. Agrivoltaico, e riceveranno un provvedimento di concessione dei contributi in conto capitale a valere sulle risorse del PNRR.
Il Conto termico: in attesa del 3.0, le novità sugli impianti con batteria di accumulo fotovoltaico
Nell’attesa del varo del Conto Termico 3.0, il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) ha saggiamente provveduto a consolidare e chiarire il quadro operativo del vigente Conto Termico 2.0, pubblicando nuove regole applicative.
Questa mossa strategica assicura una transizione fluida e una continuità di sostegno per gli interventi volti all’incremento dell’efficienza energetica e alla produzione di energia termica da fonti rinnovabili. Le recenti modifiche introdotte dal GSE mirano a ottimizzare le procedure, a estendere la platea dei beneficiari e a fornire chiarimenti su aspetti specifici, dimostrando una costante attenzione alle esigenze degli utenti e all’evoluzione del contesto normativo.
Cosa Finanzia
Il Conto Termico 2.0 incentiva una vasta gamma di interventi finalizzati all’incremento dell’efficienza energetica e alla produzione di energia termica da fonti rinnovabili in edifici esistenti.
Tra gli interventi di incremento dell’efficienza energetica spiccano l’isolamento termico di pareti e coperture, la sostituzione di finestre e infissi con soluzioni più performanti, l’installazione di schermature solari e di sistemi di building automation per la gestione intelligente degli impianti.
Sono inoltre incentivati la sostituzione di corpi illuminanti con sistemi a maggiore efficienza e la trasformazione di edifici esistenti in “edifici a energia quasi zero”. Per quanto concerne gli interventi di piccole dimensioni di produzione di energia termica da fonti rinnovabili e di sistemi ad alta efficienza, il Conto Termico 2.0 finanzia la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con pompe di calore (elettriche o a gas, anche geotermiche), generatori di calore alimentati a biomassa, sistemi ibridi a pompa di calore e impianti solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria e/o per l’integrazione del riscaldamento. Sono incentivati la sostituzione di scaldacqua elettrici con scaldacqua a pompa di calore, l’allaccio a sistemi di teleriscaldamento efficienti e la sostituzione di impianti di climatizzazione con unità di microcogenerazione alimentate da fonti rinnovabili.
Tra le novità del conto Termico 3.0, vi è la possibilità di finanziare anche impianti fotovoltaici con sistemi di accumulo, a patto che sia installato in combinazione alla sostituzione dell’impianto termico con impianto a pompe di calore elettriche.
A chi spetta
Sono diversi i beneficiari del Conto Termico.
Rientrano tra questi le Pubbliche Amministrazioni, inclusi gli ex Istituti Autonomi Case Popolari, le Cooperative di abitanti iscritte all’Albo nazionale, le Società a patrimonio interamente pubblico e le Società cooperative sociali iscritte nei rispettivi albi regionali. Non sono esclusi dall’ incentivo i privati, i condomini e le imprese (soggetti titolari di reddito d’impresa o di reddito agrario).
Come accedervi
La richiesta di accesso agli incentivi del Conto Termico 2.0 deve essere presentata al GSE (Gestore dei Servizi Energetici) esclusivamente tramite il Portaltermico, compilando l’apposita “scheda-domanda”. Per gli interventi realizzati da privati e imprese, la domanda può essere trasmessa a lavori ultimati, entro novanta giorni dalla data di fine dei lavori. Per le Pubbliche Amministrazioni, è prevista anche la modalità di accesso “tramite prenotazione”, che consente di presentare la richiesta di incentivo prima dell’avvio degli interventi, ottenendo una sorta di “prenotazione” delle risorse.
Sia i privati che le Pubbliche Amministrazioni hanno la possibilità di accedere agli incentivi anche attraverso le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) o le configurazioni di autoconsumo collettivo di cui sono membri. Grazie all’aggiornamento del Catalogo degli apparecchi domestici pre-qualificati, per specifici interventi realizzati da privati con l’installazione di apparecchiature presenti nel catalogo, la procedura di accesso è semplificata, non richiedendo l’invio di documentazione tecnica e certificazioni, in quanto la conformità ai requisiti normativi è già stata verificata preventivamente dal GSE.
Il Reverse Charge
ll meccanismo del reverse charge IVA si configura come una misura di notevole importanza, finalizzata primariamente al contrasto delle frodi nel settore. Questa peculiare modalità di applicazione dell’Imposta sul Valore Aggiunto sposta l’onere del versamento dell’imposta dal fornitore (prestatore) al cessionario (committente), rappresentando un’efficace strategia per arginare fenomeni di evasione. Grazie alla proroga sancita dalla direttiva UE 2022/890, tale regime continua a trovare applicazione anche nel corso del 2025, estendendo la sua validità fino al 31 dicembre 2026.
Cosa riguarda
Il reverse charge IVA nel settore fotovoltaico si applica in maniera specifica alle operazioni di fornitura, installazione e manutenzione degli impianti fotovoltaici. Questo significa che, in relazione a tali prestazioni, il fornitore emetterà una fattura senza addebito dell’IVA, mentre sarà il cliente (cessionario) a dover provvedere all’integrazione dell’imposta dovuta, attraverso il meccanismo dell’autofattura. Tale documento dovrà essere debitamente registrato sia nel registro delle fatture emesse che in quello degli acquisti, neutralizzando di fatto l’onere finanziario immediato dell’IVA per il cessionario.
A Chi si applica
Il meccanismo del reverse charge IVA nel settore fotovoltaico è destinato alle aziende e ai soggetti passivi IVA che agiscono in qualità di cessionari (acquirenti) dei servizi di fornitura, installazione e manutenzione di impianti fotovoltaici. Il fornitore (prestatore) del servizio, pur emettendo la fattura senza IVA, è comunque tenuto a indicare sulla stessa la dicitura “inversione contabile” o “reverse charge”, facendo esplicito riferimento alla normativa vigente. È fondamentale che entrambi i soggetti coinvolti nell’operazione (fornitore e cessionario) siano identificati ai fini IVA in Italia.
Come funziona
Per accedere al regime del reverse charge IVA, non è necessario presentare specifiche domande o seguire particolari procedure amministrative. L’applicazione di questa modalità è intrinseca alla natura delle operazioni sopra descritte e allo status di soggetto passivo IVA del cessionario. Al momento della ricezione della fattura da parte del fornitore, il cessionario dovrà emettere un’autofattura, riportando gli stessi dati della fattura ricevuta, ma provvedendo a calcolare e ad annotare l’IVA dovuta.
Questa autofattura dovrà essere registrata sia nel registro delle vendite (fatture emesse) che nel registro degli acquisti (fatture ricevute), consentendo la contestuale detrazione dell’imposta, qualora sussistano i requisiti.
Nota: Ricorda di prestare attenzione alla corretta compilazione e registrazione dell'autofattura per evitare potenziali sanzioni da parte dell'Agenzia delle Entrate.
Batteria per il fotovoltaico e incentivi: le domande frequenti
Chi può richiedere il bonus fotovoltaico per le aziende?
Possono beneficiare degli incentivi per il fotovoltaico le imprese di diversi settori (inclusi agricoltura e pesca, ad eccezione di attività finanziarie e assicurative), le PMI, le aziende agricole e agroindustriali, le cooperative agricole e le comunità energetiche rinnovabili. I requisiti specifici variano a seconda del tipo di incentivo.
Quali sono i finanziamenti disponibili per il fotovoltaico aziendale nel 2025?
Nel 2025 sono disponibili diverse forme di finanziamento per il fotovoltaico aziendale, tra cui contributi a fondo perduto erogati tramite bandi nazionali e regionali (che possono coprire fino al 50% delle spese), finanziamenti agevolati come quelli previsti dalla Nuova Sabatini Green, crediti d’imposta per investimenti in beni strumentali e per attività di ricerca e sviluppo, e tariffe incentivanti per l’energia prodotta e condivisa dalle Comunità Energetiche Rinnovabili.
Cosa comprende il bonus fotovoltaico 2025 per le aziende?
Gli incentivi per il fotovoltaico aziendale nel 2025 includono diverse misure come il credito d’imposta, la Nuova Sabatini Green per l’acquisto di beni strumentali a basso impatto ambientale, il reverse charge sull’IVA, il Piano Transizione 5.0 per l’innovazione tecnologica ed energetica, il Bando Agrisolare per le aziende agricole e le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) con tariffe premio per l’energia condivisa.