Il bando fotovoltaico per aziende agricole rappresenta un’opportunità strategica per le imprese del settore agricolo che desiderano investire nelle energie rinnovabili, ridurre i costi energetici e contribuire alla sostenibilità ambientale. Questo particolare bando offre incentivi economici e agevolazioni fiscali per l’installazione di impianti fotovoltaici, permettendo alle aziende agricole di autoprodurre energia pulita e migliorare la propria efficienza energetica.
In questo articolo analizzeremo nel dettaglio come partecipare, i requisiti richiesti e i benefici di questa iniziativa.
Cos’è il bando fotovoltaico aziende agricole
Il bando fotovoltaico per aziende agricole è un’iniziativa promossa dalle istituzioni nazionali o regionali per incentivare l’adozione di impianti fotovoltaici nelle imprese agricole. L’obiettivo è favorire la transizione energetica verso fonti rinnovabili, riducendo l’impatto ambientale del settore agricolo e promuovendo la sostenibilità.
Il bando è rivolto alle aziende agricole e agli imprenditori agricoli, che possono accedere a finanziamenti e agevolazioni economiche per installare impianti fotovoltaici sulle proprie strutture aziendali, come stalle, magazzini o serre.
Gli incentivi coprono una percentuale significativa dei costi di installazione e, in alcuni casi, possono includere anche agevolazioni fiscali come detrazioni e crediti d’imposta.
I vantaggi per le aziende che aderiscono al bando sono numerosi: oltre a ridurre i costi energetici attraverso l’autoproduzione di energia, le imprese possono beneficiare di una maggiore indipendenza energetica, migliorare la competitività e contribuire alla riduzione delle emissioni di CO2. L’installazione di impianti fotovoltaici può inoltre rappresentare un’opportunità per valorizzare il patrimonio immobiliare aziendale e migliorare l’immagine dell’azienda in termini di sostenibilità ambientale.
Requisiti per partecipare al bando
Per poter accedere al bando fotovoltaico per aziende agricole, le imprese devono rispettare una serie di requisiti specifici, volti a garantire che i fondi e gli incentivi siano destinati a chi opera effettivamente nel settore agricolo e intende migliorare la propria efficienza energetica. Ecco i principali requisiti richiesti:
Qualifica di azienda agricola
L’impresa richiedente deve essere iscritta al Registro delle Imprese come azienda agricola e dimostrare di esercitare un’attività agricola o zootecnica in modo prevalente.
Questo può essere dimostrato attraverso il Certificato di Iscrizione alla Camera di Commercio, che può essere richiesto online o presso gli uffici della Camera di Commercio competente per territorio. Il certificato attesta l’iscrizione dell’impresa nella sezione speciale delle aziende agricole e contiene informazioni come il codice ATECO, che identifica l’attività principale svolta dall’azienda, e la qualifica di imprenditore agricolo.
In particolare, l’iscrizione nella Sezione Speciale delle Imprese Agricole del Registro delle Imprese è obbligatoria per tutte le aziende che esercitano attività agricola ai sensi dell’art. 2135 del Codice Civile. Inoltre, insieme al certificato d’iscrizione, è spesso richiesta anche la visura camerale, che fornisce dettagli aggiornati sulla struttura e l’attività dell’impresa.
Questi documenti costituiscono la prova ufficiale dello status dell’azienda come impresa agricola e sono fondamentali per la partecipazione a bandi che richiedono tale qualifica.
Dimensioni aziendali
Molti bandi sono destinati principalmente alle piccole e medie imprese (PMI), definite secondo i criteri dell’Unione Europea.
I criteri per stabilire se un’azienda rientra nella categoria delle PMI si basano su tre fattori principali: numero di dipendenti (massimo 249), fatturato annuo (tra i 2 milioni e i 50 milioni di euro) e totale di bilancio annuo (tra i 2 milioni e i 43 milioni).
Per essere classificata come PMI, un’azienda deve rispettare i limiti di dipendenti e uno dei due parametri finanziari (fatturato annuo o totale di bilancio annuo). Questi criteri vengono utilizzati per determinare l’accesso a finanziamenti, incentivi e agevolazioni fiscali, che spesso sono riservati a questo tipo di imprese.
Possesso o disponibilità dell’area di installazione
L’azienda deve possedere o avere disponibilità di un’area adeguata per l’installazione dell’impianto fotovoltaico, che può essere il tetto di un capannone agricolo o un’area scoperta.
Per farlo è necessario presentare alcuni documenti ufficiali, a seconda della natura della proprietà o del diritto d’uso dell’area. Ecco le principali modalità:
Se l’azienda è proprietaria del terreno o della struttura su cui intende installare l’impianto, deve presentare il titolo di proprietà. Questo può essere il rogito notarile o una visura catastale aggiornata che attesti che l’azienda è la titolare dell’immobile.
Se l’area non è di proprietà ma è utilizzata tramite un contratto di affitto o comodato, l’azienda deve fornire una copia di tale contratto che deve specificare chiaramente l’uso dell’area per l’installazione dell’impianto fotovoltaico e deve coprire un periodo di tempo sufficiente per l’ammortamento dell’impianto, generalmente almeno 20-25 anni, che corrisponde alla vita media di un impianto fotovoltaico.
Se l’area è soggetta a concessioni (ad esempio nel caso di terreni agricoli dati in concessione da enti pubblici o privati), deve essere fornito il documento che attesta la concessione d’uso. Anche in questo caso, la concessione deve coprire il periodo necessario per il progetto.
Nel caso in cui l’azienda intenda installare l’impianto su una proprietà non direttamente intestata a suo nome (come potrebbe accadere in un terreno di un consorzio o in collaborazione con altre aziende), è necessario presentare un’autorizzazione scritta del proprietario che consenta l’utilizzo dell’area per l’installazione dell’impianto.
In tutti i casi, è importante che la documentazione presentata sia aggiornata e che i documenti comprovino in modo chiaro e inequivocabile la disponibilità legale dell’area per la durata necessaria all'installazione e all’uso dell’impianto fotovoltaico.
Conformità urbanistica e ambientale
L’area destinata all’installazione deve essere conforme alle normative urbanistiche e ambientali.
Le normative urbanistiche e ambientali che un’azienda agricola deve rispettare per poter installare un impianto fotovoltaico sono diverse e variano a seconda della località, delle dimensioni dell’impianto e del tipo di installazione (a terra o su edifici). Di seguito sono riportati i principali riferimenti normativi e requisiti che un’azienda deve considerare per essere idonea.
Normative urbanistiche
Le normative urbanistiche regolano l’uso del suolo e stabiliscono dove e come è possibile installare impianti fotovoltaici.
Il Piano Regolatore Generale (PRG) stabilisce la destinazione d’uso del suolo in un determinato territorio comunale. Per l’installazione di impianti fotovoltaici, è necessario verificare che l’area destinata sia compatibile con l’uso previsto dal piano regolatore (ad esempio, zona agricola, industriale, ecc.). In alcuni casi, può essere richiesta una variante al PRG.
A seconda della tipologia e delle dimensioni dell’impianto, può essere richiesto il permesso di costruire o la presentazione di una SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività). Solitamente, per impianti fotovoltaici di piccole dimensioni installati su edifici, è sufficiente una SCIA. Per impianti più grandi o a terra, è necessario il permesso di costruire.
Se l’azienda si trova in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico (come zone rurali protette o vicino a monumenti storici), è necessario ottenere il nulla osta della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici. In questi casi, possono esserci restrizioni sull’installazione di impianti fotovoltaici per garantire la tutela del paesaggio.
Normative ambientali
Per quanto riguarda le normative ambientali, l’installazione di un impianto fotovoltaico deve rispettare una serie di requisiti per evitare impatti negativi sull’ambiente.
Per prima cosa deve superare la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), un processo di valutazione obbligatorio per gli impianti di grandi dimensioni (solitamente superiori a 1 MW). La VIA ha l’obiettivo di analizzare gli effetti dell’impianto sull’ambiente e di valutare se l’installazione sia sostenibile. Per gli impianti di piccole dimensioni, invece, è spesso sufficiente una Verifica di Assoggettabilità a VIA, che determina se il progetto necessita o meno di una VIA completa.
Oltre alla VIA, bisogna superare anche la VAS (Valutazione Ambientale Strategica) che si applica ai piani e programmi che possono avere effetti significativi sull’ambiente, tra cui quelli per la gestione di ampie aree agricole. In questo contesto, è importante che il piano dell’azienda sia conforme agli standard ambientali stabiliti a livello locale e nazionale.
Inoltre, gli impianti fotovoltaici, al termine del loro ciclo di vita, devono essere smaltiti correttamente secondo le normative vigenti in materia di rifiuti (Direttiva RAEE – Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche). L’azienda deve quindi garantire che i materiali utilizzati nell’impianto siano smaltiti o riciclati nel rispetto delle normative europee e nazionali.
Infine, gli impianti fotovoltaici devono rispettare le norme in materia di emissioni elettromagnetiche, stabilite dal D.P.C.M. 8 luglio 2003, che regolamenta i limiti massimi di esposizione ai campi elettromagnetici generati da apparecchiature elettriche.
Normative energetiche e incentivi
Un aspetto strettamente correlato alle normative urbanistiche e ambientali è quello delle normative energetiche, che regolano l’accesso agli incentivi e il collegamento alla rete elettrica.
Per impianti fotovoltaici superiori a 1 MW, è necessaria l’Autorizzazione Unica rilasciata dalle Regioni o dalle Province Autonome. Questa autorizzazione comprende tutti i permessi necessari per la realizzazione e l’esercizio dell’impianto.
Inoltre, l’impianto deve rispettare le norme tecniche per la connessione alla rete elettrica, stabilite dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici), e ottenere i permessi per immettere energia in rete.
Piano Energetico Regionale (PER)
Ogni Regione italiana adotta un Piano Energetico Regionale (PER), che stabilisce le strategie di sviluppo delle energie rinnovabili nel territorio. Le aziende agricole che desiderano installare impianti fotovoltaici devono verificare che il progetto sia conforme agli obiettivi e ai requisiti del PER della propria Regione.
Documentazione necessaria
Per dimostrare la conformità alle normative urbanistiche e ambientali, l’azienda dovrà presentare diversi documenti, tra cui:
- Progetto tecnico dell’impianto con la relazione energetica;
- Relazione di impatto ambientale (se richiesta);
- Nulla osta paesaggistico (se applicabile);
- Permesso di costruire o SCIA;
- Dichiarazione di conformità alle normative elettriche.
Ogni Regione o Comune può stabilire requisiti specifici aggiuntivi, per cui è sempre consigliabile rivolgersi a professionisti o enti locali per una consulenza preliminare.
Situazione finanziaria regolare
Una situazione finanziaria regolare significa che un’azienda è in grado di adempiere ai propri obblighi economici, fiscali e contributivi in modo corretto e senza ritardi.
Per dimostrare di avere una situazione finanziaria regolare, un'azienda deve provare di non essere in condizioni di insolvenza, fallimento o liquidazione e di essere in regola con i versamenti fiscali e previdenziali.
Vediamo i principali documenti che possono essere richiesti per attestare la regolarità finanziaria.
Uno dei principali documenti richiesti è il DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva) che certifica che l’azienda è in regola con i contributi previdenziali e assicurativi verso INPS, INAIL e, in alcuni casi, le Casse Edili. Un DURC non regolare potrebbe precludere la partecipazione a bandi pubblici, poiché dimostra che l’azienda non è in regola con i pagamenti necessari per il personale.
Spesso, è richiesta una dichiarazione che attesti che l’azienda non si trova in uno stato di fallimento, concordato preventivo o amministrazione controllata. Questo certificato può essere ottenuto presso il Tribunale competente.
La presentazione dei bilanci aziendali degli ultimi anni permette di verificare la solidità economica dell’impresa. Un bilancio positivo dimostra che l’azienda è finanziariamente stabile, con flussi di cassa adeguati per far fronte a eventuali spese o investimenti.
Le dichiarazioni dei redditi e altri documenti fiscali, come le certificazioni di pagamento delle imposte, sono spesso richiesti per verificare che l’azienda sia in regola con le tasse.
In alcuni casi, può essere richiesta una certificazione dall’Agenzia delle Entrate che attesti l’assenza di debiti fiscali o la regolarità di eventuali piani di rateizzazione.
Se l’azienda ha finanziamenti o mutui in corso, potrebbe essere necessario fornire documenti che dimostrino il regolare pagamento delle rate o l’accordo con gli istituti di credito.
In sintesi, una situazione finanziaria regolare indica che l’azienda è solvente, puntuale nei pagamenti dei contributi e delle imposte, e in generale finanziariamente stabile. Questo requisito è fondamentale per garantire che l’azienda possa sostenere gli investimenti necessari per progetti come l’installazione di impianti fotovoltaici senza rischi di insolvenza o interruzioni nel processo.
Capacità tecnica e finanziaria
L’azienda deve dimostrare di avere le risorse tecniche e finanziarie necessarie per realizzare l’impianto. Per farlo può presentare una serie di documenti e prove che attestino la sua solidità economica e la capacità di gestire l’intero progetto.
La presentazione di un business plan completo è uno degli strumenti principali per dimostrare la fattibilità economica del progetto. Il documento dovrebbe includere: l’analisi dei costi e dei benefici del progetto, che mostri il ritorno sull’investimento (ROI) atteso dall’installazione dell’impianto fotovoltaico; una previsione dettagliata dei costi di installazione, manutenzione e gestione dell’impianto; le stime sui risparmi energetici e sui ricavi derivanti dalla vendita di eventuali surplus energetici prodotti.
In alternativa si può presentare il proprio bilancio aziendale aggiornato, solitamente degli ultimi due o tre anni. Un bilancio positivo, con un buon flusso di cassa e una situazione patrimoniale solida, dimostra che l’azienda è finanziariamente stabile e in grado di sostenere i costi iniziali del progetto.
In aggiunta al business plan, l’azienda potrebbe fornire un piano finanziario che illustri le modalità di finanziamento del progetto. Questo potrebbe includere il capitale proprio destinato all’investimento; i finanziamenti o prestiti bancari che l’azienda ha ottenuto o che intende ottenere per coprire parte o tutto l’investimento; gli eventuali contributi o fondi pubblici già ottenuti o richiesti tramite altri incentivi oltre al bando fotovoltaico.
Un altro documento essenziale è il preventivo dettagliato redatto da fornitori di impianti fotovoltaici. Questo deve includere tutte le voci di spesa relative all’acquisto e installazione dell’impianto, compresi costi accessori come quelli per l’allacciamento alla rete elettrica o per eventuali lavori di adattamento dell’area di installazione.
Se l’azienda ha già esperienza nella gestione di progetti legati all’efficienza energetica o all’uso di tecnologie rinnovabili, può presentare certificazioni o referenze che attestino le sue competenze tecniche. In alternativa, può dimostrare di aver collaborato con fornitori o consulenti tecnici specializzati, allegando contratti o lettere di intenti che garantiscano la buona riuscita del progetto.
Se invece l’azienda intende finanziare parte del progetto attraverso terzi, può allegare una lettera di impegno da parte della banca o di un investitore che confermi l’erogazione del prestito o del finanziamento necessario per completare l’impianto.
Infine, un modo per attestare la capacità tecnica e finanziaria è fornire un progetto tecnico redatto da un professionista abilitato, che descriva nel dettaglio le specifiche dell’impianto fotovoltaico (potenza installabile, posizionamento, tipo di pannelli, ecc.) e le stime sull’efficienza energetica ottenibile. Questo documento mostra che l’azienda ha pianificato correttamente il progetto da un punto di vista tecnico.
In sintesi, la combinazione di documentazione finanziaria, progettuale e tecnica serve a dimostrare che l’azienda è in grado di sostenere l’investimento iniziale e di portare a termine con successo l’installazione e la gestione dell’impianto fotovoltaico.
Documentazione amministrativa
Per la partecipazione al bando, è necessaria la presentazione di una serie di documenti, tra cui:
- Modulo di domanda compilato in tutte le sue parti;
- Copia del bilancio aziendale o delle ultime dichiarazioni dei redditi;
- Progetto tecnico dell’impianto fotovoltaico, redatto da un tecnico abilitato;
- Preventivo dettagliato dei costi relativi all’impianto;
- Eventuali certificazioni energetiche o attestati di conformità.
I documenti necessari per aderire al bando fotovoltaico per aziende agricole sono generalmente disponibili sul sito ufficiale dell’ente che gestisce il bando. Di solito, questi bandi vengono pubblicati da enti pubblici come il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (MIPAAF), le Regioni o specifiche Agenzie per l’Energia, per cui il sito web di questi enti contiene una sezione dedicata ai bandi attivi. Qui è possibile scaricare il bando ufficiale, il modulo di domanda e la documentazione correlata (come le linee guida tecniche e i regolamenti).
Molti bandi sono gestiti a livello locale, per cui sono lee Regioni o le Province che mettono a disposizione la documentazione nei propri portali dedicati ai finanziamenti o alle opportunità per le imprese agricole.
In molte regioni infatti sono attivi sportelli agricoli o uffici territoriali che offrono assistenza alle imprese. In questi uffici è possibile ottenere supporto per reperire i documenti e la consulenza necessaria per la presentazione della domanda.
Anche la Camera di Commercio locale può fornire informazioni e documenti relativi a bandi pubblici per le aziende agricole. Possono anche essere utili per reperire certificati come l’iscrizione dell’azienda al Registro delle Imprese.
Infine, alcuni bandi prevedono la presentazione della domanda tramite piattaforme online specifiche, come il portale Sian (Sistema Informativo Agricolo Nazionale) o piattaforme regionali. Su questi portali è possibile registrarsi, accedere alla modulistica e caricare i documenti richiesti.
Inoltre, all’interno del testo del bando pubblicato, vengono solitamente fornite informazioni dettagliate sui documenti da presentare, con link o allegati per il download diretto.
Adesione ai principi di sostenibilità ambientale
Alcuni bandi richiedono che l’azienda dimostri il proprio impegno verso la sostenibilità.
Per farlo si possono utilizzare diverse pratiche e certificazioni che testimoniano l’adozione di misure volte a ridurre l’impatto ambientale e migliorare l’efficienza energetica. Ecco alcuni modi concreti per farlo.
L’azienda può ottenere certificazioni riconosciute a livello nazionale o internazionale che attestano l’impegno per la sostenibilità. Tra le più comuni troviamo ISO 14001, Certificazione biologica, EMAS (Eco-Management and Audit Scheme).
La dimostrazione di utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, come l’installazione di impianti fotovoltaici o eolici, può essere un indicatore chiave di impegno verso la sostenibilità. La presentazione di certificati di produzione di energia rinnovabile o bollette che evidenziano l’autoconsumo energetico può costituire una prova concreta.
Ancora, l’adozione di tecnologie innovative per ottimizzare l’uso delle risorse (ad es. acqua e fertilizzanti) tramite l’agricoltura di precisione dimostra l’impegno verso la riduzione degli sprechi e la tutela dell’ambiente.
Anche l’implementazione di pratiche volte a ridurre il consumo idrico, come l’irrigazione a goccia, o l’utilizzo di tecniche agricole che prevengono l’erosione del suolo e favoriscono la rigenerazione della terra, sono azioni dimostrabili di sostenibilità.
In alternativa, le aziende possono documentare azioni che riducono le proprie emissioni di gas serra, come l’uso di mezzi agricoli a basse emissioni o il miglioramento dell’efficienza energetica delle strutture aziendali.
Un altro modo per certificare il proprio impegno ambientale è l’adesione a programmi o reti nazionali e internazionali dedicati alla sostenibilità (come il Global Compact delle Nazioni Unite o Agenda 2030) può essere dimostrata attraverso certificati di adesione o rapporti annuali.
Ci sono poi alcune aziende redigono volontariamente rapporti annuali di sostenibilità o bilanci ambientali in cui rendono pubblici i loro risultati in termini di riduzione dell’impatto ambientale, uso responsabile delle risorse e strategie di economia circolare.
Infine, l’uso di tecniche agricole rigenerative, come la rotazione delle colture o il compostaggio naturale, può essere documentato attraverso piani aziendali e audit esterni.
Presentare queste certificazioni, rapporti e documentazioni ufficiali in fase di domanda per il bando rappresenta una prova concreta dell’impegno dell’azienda agricola verso la sostenibilità, elemento spesso premiato nei criteri di selezione.
Il rispetto di tutti questi requisiti è fondamentale per accedere agli incentivi previsti dal bando. Ogni documentazione deve essere correttamente compilata e presentata entro i termini stabiliti per evitare l’esclusione dalla selezione. Le aziende che dimostrano una maggiore compatibilità con gli obiettivi di sostenibilità ambientale o che propongono progetti innovativi in termini di efficienza energetica possono ottenere punteggi più alti durante il processo di selezione.

Come presentare la domanda
Per partecipare al bando fotovoltaico per aziende agricole, è fondamentale seguire una procedura specifica. Prima di tutto, le aziende interessate devono raccogliere tutta la documentazione richiesta, che include i dettagli dell’azienda, il progetto tecnico dell’impianto fotovoltaico e l’eventuale certificazione di conformità ai requisiti del bando.
Una volta completata la documentazione, la domanda deve essere presentata tramite i canali ufficiali indicati dall’ente che gestisce il bando, solitamente disponibili sul portale web dedicato. In alcuni casi, è possibile inviare la domanda tramite PEC (Posta Elettronica Certificata) o attraverso la piattaforma telematica predisposta per la gestione delle domande.
I termini per la presentazione della domanda variano a seconda del bando specifico, ma è essenziale rispettare le scadenze indicate nel bando stesso. Generalmente, i bandi prevedono una finestra temporale di diversi mesi per la presentazione delle domande, con date di apertura e chiusura ben definite. È importante consultare regolarmente il sito ufficiale per aggiornamenti e scadenze definitive, poiché eventuali ritardi possono compromettere la possibilità di partecipare.
Tipologie di impianti fotovoltaici ammessi
Nel contesto del bando fotovoltaico per aziende agricole, sono ammessi diversi tipi di impianti fotovoltaici, tutti finalizzati alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. In particolare, è possibile installare impianti a terra, ideali per le aziende con ampi spazi non utilizzati, e impianti su tetto, perfetti per sfruttare le superfici degli edifici agricoli già esistenti.
Sono ammessi anche gli impianti integrati in serre, tettoie o coperture di stalle e magazzini agricoli. Le potenze installabili variano in base alle dimensioni dell’azienda e alla tipologia di impianto, ma devono rispettare i limiti stabiliti dal bando, che di solito prevedono una potenza massima per garantire un equilibrio tra produzione energetica e fabbisogno agricolo.
Di solito, sono ammessi impianti con potenza nominale compresa tra 20 kW e 1 MW, garantendo una produzione energetica sufficiente a coprire i fabbisogni aziendali e, in alcuni casi, generare un surplus da vendere alla rete elettrica. Inoltre, gli impianti devono essere dotati di tecnologie che ne assicurano l’efficienza e la sostenibilità nel lungo periodo, come i sistemi di monitoraggio della produzione e la gestione intelligente dell’energia.
Incentivi economici
Gli incentivi economici previsti dal bando fotovoltaico per aziende agricole offrono un supporto finanziario significativo per l’installazione di impianti fotovoltaici.
Il Contributo a fondo perduto parte dal 50%, sale al 65% e arriva fino all’80% delle spese. Inoltre, è previsto un importo supplementare per chi deve rimuovere l’eternit – amianto. La percentuale varia in base alla tipologia di impianto e alla localizzazione geografica dell’azienda e in alcune regioni, le percentuali di copertura possono essere maggiori per aree svantaggiate o montane.
Per quanto riguarda il calcolo dell’incentivo, questo si basa sul costo complessivo dell’impianto fotovoltaico, includendo sia le spese per l’acquisto e l’installazione delle apparecchiature, sia i costi accessori, come progettazione e consulenze tecniche.
Infine, l’erogazione degli incentivi avviene in più tranche: una parte iniziale al momento dell’approvazione del progetto e il saldo finale una volta completata l’installazione e verificata la conformità agli standard tecnici previsti dal bando. In alcuni casi, è previsto anche un anticipo per agevolare l’avvio dei lavori.
Agevolazioni fiscali
Esistono diversi incentivi per il fotovoltaico nelle aziende agricole, mirati a facilitare l’adozione di soluzioni energetiche sostenibili. Oltre alle agevolazioni fiscali e ai finanziamenti, ci sono infatti strumenti specifici che consentono alle imprese agricole di abbattere i costi iniziali e di lungo termine. Ecco i principali incentivi disponibili.
Esenzione dal pagamento dell’IVA (Reverse Charge)
Le aziende agricole che installano impianti fotovoltaici possono beneficiare del meccanismo del “Reverse Charge” o inversione contabile. Questo sistema consente di evitare il pagamento immediato dell’IVA, trasferendo l’obbligo di versamento al committente, ovvero al cliente finale. In pratica, l’azienda agricola non deve anticipare l’IVA sui lavori di installazione dell’impianto, migliorando così il flusso di cassa e riducendo i costi finanziari legati all’acquisto del sistema fotovoltaico.
Accesso a un finanziamento agevolato (Nuova Sabatini)
Un’altra opportunità interessante è rappresentata dalla Nuova Sabatini, un finanziamento agevolato rivolto alle imprese che investono in beni strumentali come impianti fotovoltaici. Attraverso questo strumento, le aziende agricole possono accedere a un finanziamento bancario con tassi d’interesse ridotti e ottenere un contributo statale a fondo perduto che copre parte degli interessi. Questo incentivo rende più facile l’accesso al credito e permette di diluire nel tempo il costo dell’investimento.
Possibilità di sfruttare il Decreto FER2
Il Decreto FER2, atteso nei prossimi anni, è un altro strumento che le aziende agricole possono sfruttare per ottenere incentivi sull’energia rinnovabile. Questo decreto mira a promuovere tecnologie innovative e impianti di piccole dimensioni, includendo anche il fotovoltaico in contesti agricoli. Sebbene i dettagli specifici del Decreto FER2 siano ancora in fase di definizione, è probabile che vengano introdotti meccanismi di incentivazione per la produzione di energia da fonti rinnovabili, riservati in particolare alle piccole e medie imprese, con particolare attenzione al settore agricolo.
Grazie a queste agevolazioni, le aziende agricole possono non solo ridurre i costi legati all’energia, ma anche migliorare la propria competitività e contribuire alla transizione verso un sistema energetico più sostenibile.

Tempi di realizzazione dell’impianto
I tempi previsti per la realizzazione di un impianto fotovoltaico a partire dalla presentazione della domanda variano in base alla complessità del progetto e alla rapidità delle approvazioni amministrative. In generale, l’iter si suddivide in diverse fasi.
La prima fase consiste nella compilazione e presentazione della domanda di partecipazione al bando. Questo processo richiede la raccolta della documentazione necessaria e l’invio tramite i canali previsti dal bando (solitamente online). I tempi per questa fase dipendono dalla scadenza del bando e dalla prontezza dell’azienda nel predisporre i documenti. Una volta inviata, la domanda viene esaminata dagli enti competenti, un processo che può durare dai 30 ai 60 giorni.
L’ente preposto esamina la domanda e verifica che siano rispettati tutti i requisiti richiesti dal bando. Questa fase può richiedere dalle 4 alle 12 settimane, a seconda del numero di richieste ricevute e della complessità del progetto.
Dopo l’approvazione, è necessario ottenere le autorizzazioni locali per l’installazione dell’impianto fotovoltaico, come il permesso di costruzione e le eventuali autorizzazioni ambientali. Questa fase può durare dai 30 ai 90 giorni, a seconda della regione e della complessità del progetto.
Una volta ottenute le autorizzazioni, l’azienda può procedere con l’installazione dell’impianto fotovoltaico. I tempi di installazione variano in base alla dimensione dell’impianto, ma generalmente possono durare tra 1 e 3 mesi.
Dopo l’installazione e il collaudo dell’impianto, l’azienda può richiedere l’erogazione degli incentivi economici previsti dal bando. L’erogazione può richiedere dai 60 ai 90 giorni, a seconda dei tempi tecnici degli enti competenti.
In totale, dal momento della presentazione della domanda fino alla completa realizzazione dell'impianto e all'erogazione degli incentivi, il processo può richiedere tra 6 e 12 mesi.
Manutenzione dell’impianto fotovoltaico
La manutenzione di un impianto fotovoltaico è fondamentale per garantirne l’efficienza e la durata nel tempo. Esistono due principali modalità di manutenzione: ordinaria e straordinaria.
La manutenzione ordinaria consiste in controlli regolari e pulizie periodiche dei pannelli solari. La polvere, lo sporco o altre impurità che si accumulano sulla superficie dei pannelli possono ridurre l’efficienza fino al 20%. È consigliato effettuare pulizie almeno una volta all’anno o più frequentemente in aree particolarmente polverose o piovose. La verifica del corretto funzionamento degli inverter e la pulizia dei filtri sono altre attività essenziali. I costi della manutenzione ordinaria variano in base alla dimensione dell’impianto, ma generalmente si aggirano tra i 100 e i 300 euro l’anno per impianti di piccola e media grandezza.
La manutenzione straordinaria riguarda invece la riparazione o sostituzione di componenti come inverter o pannelli danneggiati. Questi interventi sono meno frequenti, ma più costosi. Un inverter, ad esempio, ha una vita media di circa 10 anni, e la sua sostituzione può costare tra i 500 e i 2.000 euro a seconda del modello e della potenza dell’impianto.
E' importante sottolineare che la manutenzione regolare garantisce che l’impianto continui a funzionare al massimo delle sue potenzialità, evitando cali di produzione energetica che potrebbero compromettere il risparmio economico previsto.
Inoltre, un impianto ben mantenuto riduce il rischio di guasti costosi e prolunga la vita utile del sistema, permettendo di ammortizzare meglio l’investimento iniziale.
Quando scade il bando fotovoltaico per le aziende agricole?
La scadenza del bando fotovoltaico per le aziende agricole può variare a seconda delle regioni e degli anni. Si consiglia di consultare i siti web delle regioni o delle associazioni di categoria agricole per informazioni aggiornate.
Quali sono i requisiti per accedere al bando fotovoltaico per le aziende agricole?
I requisiti per accedere al bando fotovoltaico per le aziende agricole possono variare a seconda del bando specifico. In generale, è necessario essere un’impresa agricola attiva e possedere i terreni o gli edifici sui quali installare l’impianto fotovoltaico. Altri requisiti potrebbero riguardare la dimensione dell’azienda e la tipologia di produzione agricola.
Quanto è il contributo a fondo perduto per il fotovoltaico in agricoltura?
L’importo del contributo a fondo perduto per l’installazione di impianti fotovoltaici in agricoltura varia a seconda del bando e della regione. In genere, i contributi coprono una percentuale significativa delle spese sostenute per l’acquisto e l’installazione dell’impianto.